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Sostenibilità e innovazione alla base della ripresa delle PMI

Un nuovo paradigma economico basato sul purpose e fattori ESG rappresenta un vantaggio anche per aziende non quotate e per quelle di dimensioni più ridotte

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Da una recente ricerca condotta da Deloitte Private Leader: La nuova generazione di aziende private – Il percorso verso la resilienza e le opportunità del Next Generation Eu emerge che il 90% delle aziende intervistate ritiene che i nuovi strumenti offerti dall’Unione europea rappresentino uno stimolo molto importante per lo sviluppo post-pandemia e la ripresa delle imprese italiane, ma anche che sono necessari dei cambiamenti nei modi di stare sul mercato e rapportarsi con le proprie filiere, competitor e risorse aziendali.

Nel riconoscere che i nuovi strumenti finanziari siano molto importanti per la ripresa ritengo, per l’esperienza maturata in contesti di aziende familiari e non, che in momenti di crisi, in particolare le PMI sappiano sviluppare uno stimolo alla creatività, capacità di adattamento e pensiero strategico di elevate potenzialità.

Le PMI motore fondamentale del tessuto economico italiano, spesso “portatrici dei valori di tradizione e qualità del Made in Italy”, sono come sappiamo, strutturalmente molto fragili sia per la loro frammentazione ma anche per le dimensioni e la  specializzazione produttiva che le rende fortemente esposte ai cambiamenti strutturali e a tensioni patrimoniali, soprattutto in relazione alla dipendenza dalle filiere e dal finanziamento bancario. Se la frammentazione e le ridotte dimensioni dei player hanno portato nel lungo periodo a problemi di competitività e tensione patrimoniale, soprattutto in quei settori dove sono più rilevanti le economie di scala e la capacità di investimento, sembra che la pandemia e gli impatti negativi del climate change abbiano risvegliato un senso di urgenza nel cambiamento, proattività, collaborazione e partnership molto rilevante.

Più attenzione ai nuovi trend

I segni incoraggianti, come evidenzia la ricerca, ci sono: nel 2020 si assiste ad un saldo positivo fra le imprese costituite e quelle liquidate/fallite ma anche ad una presentazione di brevetti in aumento (8,7% rispetto il 2019) e ad un maggiore numero di richieste effettuate sia a livello locale che europeo. Questi indicatori sono molto importanti nello spirito della ripresa e della ricerca di nuove opportunità.

La crisi ha sviluppato una sempre maggiore attenzione ai trend evolutivi, ai propri portatori di interesse, alla filiera di appartenenza ma soprattutto ad una analisi e valutazione dell’aderenza del proprio modelli di business, alle nuove dinamiche competitive e alle diverse abitudini dei consumatori. Sembra che le aziende abbiano compreso che i nuovi modelli di comportamento e stili di vita impongano delle pesanti ristrutturazioni in termini nuovi prodotti e servizi e la tecnologia e digitalizzazione siano i driver fondamentali del cambiamento. I nuovi paradigmi che si stanno delineando stanno diventando sempre più pervasivi e le aziende, insieme ai propri collaboratori e partner, sembrano pronte a cogliere le opportunità della nuova normalità.

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