Sliding doors per la buona governance e ruolo degli amministratori indipendenti
Il governo societario è sottoposto a un processo di cambiamento inedito e molto accelerato da eventi globali: nasce così la necessità di ripensare modelli consolidati ma le alternative sul tavolo sono tante. Ecco perché è bene che si inizi a discuterne come avverrà a novembre nel corso del secondo Forum di Nedcommunity
Getty ImagesPandemia e guerra russo-ucraina hanno rappresentato momenti di disruption nello scenario mondiale, cui i board delle imprese hanno dovuto rispondere con interventi di rapido adattamento al nuovo contesto, sviluppando la capacità di prendere in considerazione variabili nuove e di maggiore complessità e cercando di formulare valutazioni di scenario lungimiranti in grado di individuare e gestire rischi e opportunità connessi con le possibili conseguenze di fenomeni difficili da definire e da analizzare.
Ciò ha accelerato, anche sul piano regolamentare e di policy, la trasformazione verso modelli orientati alla considerazione e alla tutela degli stakeholder, ad una maggiore digitalizzazione dei processi, e più in generale alla sostenibilità dei modelli di business aziendali. Sembrano emergere nuovi paradigmi della governance e si mettono in discussione i consolidati strumenti giuridici ed economici a disposizione per risolvere i problemi del governo societario. L’impatto di tale trasformazione ha riguardato anche le responsabilità e il ruolo degli organi di corporate governance. Ripensare la corporate governance significa anche comprendere quali dei paradigmi, antichi e nuovi, siano in grado di rispondere a tutte le domande poste. I requisiti di competenza, esperienza e professionalità richiesti agli amministratori sono diventati progressivamente più sfidanti, fino a rappresentare un’asticella per molti difficile da raggiungere. Analogamente sono cresciute le richieste di diversity di profili nei cda e le responsabilità attribuite agli organi, ma anche ai singoli amministratori. Nedcommunity è consapevole di questa rapida trasformazione e sta facendo la sua parte come dimostrano i suoi dieci principi che riportiamo qui di seguito.
Intanto, però, si nota come poco si è fatto e molto poco si è discusso in merito alla coerenza tra tali aspetti e le leve concretamente a disposizione degli amministratori indipendenti per rispondere alle maggiori aspettative e responsabilità. È possibile lavorare su altri aspetti di governance – ad esempio le competenze e le responsabilità specifiche dei comitati endoconsiliari o quelle degli azionisti – per garantire maggiore coerenza sul piano organizzativo-aziendale tra responsabilità e strumenti disponibili? È necessario differenziare meglio, anche sul piano giuridico, il ruolo dei Ned rispetto a quello degli altri amministratori? Occorre ridefinire il ruolo e le competenze degli amministratori indipendenti? È opportuno modificare i processi di elezione degli amministratori? È opportuno rivedere compiti e responsabilità dell’organo con funzione di controllo, oggi in potenziale sovrapposizione con quelli di alcuni Comitati? Quale modello di corporate governance è più utile a guidare il percorso dell’Italia verso la ripresa e verso un nuovo sviluppo? Con quali strumenti è più opportuno orientare l’evoluzione della governance delle imprese non regolate (ad esempio le PMI)? Ci vogliono “più” amministratori indipendenti nei board delle imprese? Più in generale, è auspicabile un intervento normativo e/o regolamentare per migliorare il contributo della buona governance e degli amministratori indipendenti?
Le piste aperte sul cammino della buona governance sono dunque tante e coinvolgono in pieno il ruolo degli amministratori indipendenti. A questi temi è dedicato il Forum Nedcommunity Governance for the future 2023, che avrà luogo a Milano il 9 novembre. Questo numero de “la Voce degli indipendenti” ospita autorevoli interventi sul tema a cura del Comitato scientifico di Nedcommunity. Il dibattito è aperto. Se non ora, quando?