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Rischi, innovazione e sostenibilità: saranno motori di trasformazione

Il terzo tavolo del Forum annuale Nedcommunity, Governance for the future, dal titolo “Ned tra sfida della sostenibilità ed evoluzione del governo societario”, ha messo in evidenza come una corretta gestione dei pericoli, anche globali, può trasformarsi in opportunità di crescita, anche in chiave Esg

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La riflessione su innovazione, sostenibilità e rischi affrontata nella terza sessione del forum Governance for the future,  non solo si inscrive in uno scenario complesso e di snodo che apre a numerosi interrogativi – ad esempio quello sul rischio che la guerra in Ucraina rappresenti un freno  agli investimenti sostenibili -, ma  è anche avvenuta in coincidenza con la 27/esima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Cop27), in un contesto dove l’Europa si trova in mezzo ad una stringente agenda ecologica ma anche ad una forte crisi energetica.

Il dibattito sviluppatosi fra analisi di scenari evolutivi, impatti macroeconomici, analisi di dati provenienti dell’Organizzazione meteorologica mondiale e nuovi modelli organizzativi, ha confermato che la transizione verso un’economia a minori emissioni e, a maggiore sostenibilità, è un processo ineludibile per le imprese. Per evitare quello che il segretario generale dell’Onu ha definito, un “caos climatico irreversibile”, l’impegno di istituzioni, società civile e imprese, deve sempre più convergere verso obiettivi comuni, capaci di preservare il futuro del pianeta e dei suoi abitanti. I nostri panelist ci hanno fatto riflettere su come le rapide crisi in forte successione stanno influenzando le nostre aziende e sono necessari, fra regolamentazione e buon governo, nuovi atteggiamenti per superarle.

Alla ricerca di nuovi paradigmi

L’interessante lettura dell’attuale scenario geopolitico ha evidenziato che il perseguimento della sostenibilità economica, politica, sociale e ambientale, sarebbe irrealizzabile senza la capacità di Stati, istituzioni e imprese di agire in situazione di incertezza. Le crisi emergenti impongono lo sviluppo di processi fuori dagli attuali paradigmi basati sullo sviluppo di nuovi ecosistemi, creazione di partnership, alleanze che sono fondamentali per perseguire il “successo sostenibile” e creare i leader del domani. Anche se non sorprende che per i CEO il tema economico sia un importante preoccupazione, in questi ultimi anni, molti hanno imparato a navigare nell’imprevedibile con ascolto sempre più importante dei loro stakeholder, riallineare il proprio modello di business, riorganizzare la propria forza lavoro, rivedere la catena di approvvigionamento e adattarsi ai nuovi impatti.  

Si intravvedono delle opportunità dove transizione digitale e di sostenibilità sono profondamente legate. L’utilizzo della tecnologia certamente rappresenta il principale driver del cambiamento ed è la formula con la quale attrarre le migliori competenze e perseguire gli obiettivi dello sviluppo sostenibile. 

Come evidenziato dal presidente di Leonardo, Luciano Carta e dal presidente di Enel, Michele Crisostomo, a tracciare la rotta sono gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e l’integrazione della dimensione ESG nel business. Si tratta di principi che sono alla base della strategia e delle azioni di molte aziende di grandi dimensioni che vengono definiti per guidare la transizione. Nel caso di Leonardo, il Piano Strategico Be Tomorrow – Leonardo 2030 identifica un percorso di crescita sostenibile nel lungo periodo che vede al centro innovazione, sviluppo tecnologico, e digitalizzazione, fattori abilitanti ed elementi decisivi per la sostenibilità, che permettono di affrontare le sfide del presente e del futuro e di coglierne le opportunità. Per Enel il percorso di trasformazione prevede di abbandonare la generazione a carbone entro il 2027 a livello globale e quella a gas entro il 2040, sostituendo il portafoglio termoelettrico con nuova capacità rinnovabile, oltre ad avvalersi dell’ibridazione delle rinnovabili con soluzioni di accumulo. Grazie all’impegno nella decarbonizzazione, alla fine del decennio, il Gruppo Enel ridurrà fino all’80% le emissioni dirette di CO2 rispetto al 2017 (obiettivo certificato da Science-Based Targets initiative), in linea lo scenario più sfidante ad oggi esistente.

L’incertezza non aiuta di certo a prendere decisioni puntuali, e anche il sistema creditizio si trova in un contesto molto volatile in cui i rischi sono in aumento dove si devono fare i conti oltre che con il contesto esterno, anche con i framework regolamentari e di vigilanza che impongono una governance sempre più robusta. Gli organi di amministrazione e di controllo e le strutture interne delle banche e degli intermediari finanziari sono chiamati a valutare come integrare i nuovi rischi, in particolare climatici e ambientali, nei processi decisionali e negli assetti organizzativi e operativi con specifici piani di azione.

Parola d’ordine “flessibilità”

Servono, quindi, modelli sempre più flessibili che mettano in grado le aziende di adeguarsi alle sfide presenti e future. In quest’ottica l’evoluzione digitale sarà di grande aiuto nella misura in cui riuscirà a mettere al centro i dati come ispirazione del processo decisionale ma anche saprà valorizzare le risorse e le nuove professionalità. Le aziende dovranno sempre più farsi guidare dalla tecnologia ma anche scommettere sulla sicurezza cyber come garanzia di continuità del business. Per Leonardo, ad esempio, strategico si sta rivelando il ricorso a tecnologie avanzate di Intelligenza artificiale e di analisi di big data per monitorare i cambiamenti climatici attraverso gli strumenti a bordo dei satelliti, oppure le tecnologie di global monitoring per il controllo dei territori o per lo sviluppo delle città.  

All’interno di questo percorso di crescita sostenibile, le priorità individuate dalle aziende dovranno sempre più essere frutto del dialogo costante con i propri stakeholder, gli obiettivi si dovranno tradurre in set di obiettivi di sostenibilità, misurabili e costantemente monitorati.  Un impegno che si concretizza anche attraverso la predisposizione di Piani di Sostenibilità aziendale, articolati su tutta la catena del valore da integrare negli obiettivi del management sia a breve che lungo termine.

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