Riforma del Tuf, ecco i consigli del mercato al governo
2023-10-14 Milano FinanzaMilano Finanza ospita in un articolo il punto di vista del presidente Nedcommunity, Alessandro Carretta, che interviene sul Ddl Capitali. “può avere senso, al di là dell’esigenza di essere competitivi tra diversi ordinamenti, la scelta di rafforzare il voto plurimo. Chiediamo però che sia bilanciato da una maggiore presenza di amministratori indipendenti in consiglio. Certamente in un cda espressione di una mag gioranza che ha esercitato la facoltà del voto plurimo, avere voci terze (gli indipendenti) per contribuire alla bontà delle decisioni è un tema da mettere sul tavolo”. L’altro tema che Carretta sottolinea è legato al cosiddetto volto di lista e all’istituto della lista del cda: “Tutto è migliorabile ma all’interno del contesto italiano il voto di lista ha per molto tempo funzionato: ha consentito alle maggioranze di esprimere la più parte degli amministratori e alle minoranze di avere propri rappresentanti nel board» Il consiglio, spiega ancora Caretta «è un organo collettivo, una squadra di lavoro, non la sommatoria di singole persone casualmente inserite in lista. Azionisti e cda nel presentare una lista valutano la compatibilità dei componenti. In alcuni ambiti, più regolamentati, come le banche è addirittura la vigilanza a segnalare le competenze che servono. Rendere più incerto questo processo può rendere meno forte il team. Si può comunque pensare di rivedere completamente il voto di lista con la modi fica del Tuf Ci sono Paesi da prendere aá esempio, nelle quali si presenta la lista e poi si votano uno per uno i singoli consiglieri. Ma si tratta di Paesi come gli Usa e il Regno Unito, nei quali esiste una tradizione più consolidata degli amministratori indipendenti e della certificazione a priori delle rispettive competenze, attraverso percorsi di formazione. In Nedcommunity lo facciamo già, con un’ampia offerta formativa. Una maturità che da noi ancora non c’è”.