L’impairment test, principio utile anche nelle PMI
Il tema della recuperabilità del valore delle immobilizzazioni diventa sempre più rilevante anche per le aziende più piccole grazie all’OIC 9
Getty ImageNella teoria economico – aziendale è ormai noto che il successo di ciascuna impresa è in massima parte determinato dalla dotazione di risorse immobilizzate (tangibili, intangibili e finanziarie).
Tuttavia la valorizzazione di tali risorse risulta perlopiù non correttamente riflessa nei valori di bilancio: esiste infatti un “gap” tra le informazioni possedute direttamente dalle imprese e quelle fruibili dagli utilizzatori esterni del bilancio. Le immobilizzazioni vengono iscritte al relativo valore di acquisizione il quale non può rappresentare i benefici derivanti dall’utilizzo dell’immobilizzazione né gli eventuali flussi negativi dovuti a peggioramenti dell’attività aziendale e/o alle condizioni sfavorevoli del mercato in cui la società opera.
Un tema sempre più rilevante
Tali problematiche hanno reso via via sempre più rilevante il tema della recuperabilità del valore delle immobilizzazioni: il c.d. impairment test. L’impairment test consiste nel confronto tra (i) il valore contabile (carrying amount) e (ii) il valore recuperabile (recoverable amount), definito come il maggiore tra (a) il fair value dedotti i costi di vendita (fair value less costs to sell) e (b) il valore d’uso (value in use). Il valore recuperabile di un’attività è il maggiore tra il suo fair value al netto dei costi di vendita e il suo valore d’uso. Nel caso in cui il valore recuperabile sia inferiore al valore contabile, deve essere rilevata una perdita di valore (impairment loss) per un importo pari alla differenza tra i citati valori. L’impairment test rappresenta un processo valutativo imprescindibile e molto complesso che coinvolge e interessa numerose categorie di soggetti sia interni all’azienda (Management, Comitato Controllo e Rischi, Consiglio di Amministrazione, Collegio Sindacale) che esterni (esperto valutatore, società di revisione, utilizzatori finali del bilancio).
L’impairment test non deve, infatti, essere ricondotto al mero espletamento del calcolo del valore recuperabile di un’attività in quanto è rappresentato da molteplici attività e analisi interconnesse che richiedono specifiche ed approfondite competenze. Sebbene le norme prevedano la possibilità di effettuazione diretta del test di impairment da parte del Management, proprio a causa della laboriosità e difficoltà delle attività da porre in essere nonché al fine di fornire una maggiore terzietà ed indipendenza alle stime, spesso lo stesso si avvale dell’ausilio di esperti valutatori esterni nominati ad hoc.
I principi contabili nazionali che si occupano della stima e della verifica del valore delle immobilizzazioni sono l’OIC 9 rubricato ”Svalutazioni per perdite durevoli di valore delle immobilizzazioni materiali e immateriali” e l’OIC 21 rubricato “Partecipazioni”.
Il principio OIC 9
Il principio contabile OIC 9, che offre anche alle piccole e micro-imprese indicazione di un percorso chiaro e preciso per la valutazione degli asset patrimoniali, ha lo scopo di disciplinare il trattamento contabile delle perdite durevoli di valore delle immobilizzazioni materiali e immateriali, nonché le informazioni da presentare nella nota integrativa. Si applica alle società che redigono il bilancio in base alle disposizioni del codice civile, ai fini della valutazione delle immobilizzazioni materiali ed immateriali. In via generale, l’OIC 9 prevede che ciascuna società ad ogni data di riferimento del bilancio valuti se esiste un indicatore che un’immobilizzazione possa aver subito una riduzione di valore. Se tale indicatore dovesse sussistere, la società deve procedere alla stima del valore recuperabile dell’immobilizzazione ed effettuare una svalutazione soltanto nel caso in cui quest’ultimo sia inferiore al corrispondente valore netto contabile. Si precisa che anche in assenza di indicatori di potenziali perdite di valore sarebbe comunque opportuno svolgere il test.
Il principio contabile OIC 21 ha lo scopo di disciplinare i criteri per la rilevazione, classificazione e valutazione delle partecipazioni, nonché le informazioni da presentare nella nota integrativa. A norma dell’OIC 21 le partecipazioni sono iscritte al costo rilevato al momento dell’iscrizione iniziale. Tale costo non può essere mantenuto se la partecipazione alla data di chiusura dell’esercizio risulta durevolmente di valore inferiore al valore di costo.
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