Le buone idee
Come si può dare sostanza alla crescente richiesta di strategie di lungo termine per le imprese? Le imprese chiedono un quadro di maggiore certezza giuridica e politica sulla base del quale formulare strategie di sviluppo di lungo termine. E’ compito
Nota editoriale a cura della Direzione
Un anno fa, nel Numero 24 di questa rivista, in questa stessa rubrica dedicata a “Le buone idee”, pubblicavamo la notizia della costituzione (presso la sede dell’Aiaf a Milano) del Comitato promotore del Gruppo Missione Ambiente presieduto da Ettore Fumagalli e composto da Ugo Bertone, Franco Biscaretti di Ruffia, Giovanni Bottazzi, Daniela Carosio, Francesco Cesarini, Enrico Colombi, Teodoro Dalavecuras, Fabio Fontana, Franco Morganti, Gianni Pasini, Marco Vitale.
Oggi la nostra Associata Daniela Carosio, promotrice e animatrice della Missione Ambiente, ci aggiorna sullo stato dell’arte dell’iniziativa. Vedasi anche il PDF
Daniela appello
Da parte nostra attiriamo l’attenzione dei lettori anche sull’articolo di Karina Litvack e Andrea Balestri, sempre su questo numero, sul tema “Sostenibilità e cambiamento climatico”
MISSIONE AMBIENTE
Come si può dare sostanza alla crescente richiesta di strategie di lungo termine per le imprese?
Le imprese chiedono un quadro di maggiore certezza giuridica e politica sulla base del quale formulare strategie di sviluppo di lungo termine. E’ compito della politica disegnare il perimetro delle strategie di lungo termine e indirizzare in quella direzione gli attori economici con incentivi anche fiscali. Keynes ci ha insegnato che sono gli animal spirits che influenzano gli investimenti e la crescita.
Le Nazioni Unite hanno disegnato tale perimentro di sviluppo di lungo termine per i governi nazionali definendo 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals) riportati nella figura di seguito e riduzione delle emissioni di anidride carbonica con la conferenza di COP 21 a Parigi.
Si tratta di obiettivi molto alti e nobili: benessere con azzeramento della fame e della povertà, obiettivi di pace e di giustizia, innovazione nelle attività industriali e nelle infrastrutture, maggiore uguaglianza economica, di genere, accesso per tutti ad una istruzione di qualità e a risorse naturali fondamentali come il mare e la terra che vengano preservate integri nella loro biodiversità.
Sul tema dell’impegno sul cambiamento climatico lo stesso Papa Francesco con la sua Enciclica Laudato Sii del giungo 2015 ci invita a portare uno svolta nel nostro modello di sviluppo che non inquini ulteriormente la Madre Terra, ma la rispetti e la metta al centro degli investimenti e della creazione di valore.
L’idea che vogliamo condividere con I soci NED è quella che sta alla base della creazione del gruppo Missione Ambiente. L’idea è quella di riunire personalità senior di spessore della finanza e dell’economia che abbiano dimostrato con la loro esperienza professionale ed umana di sapere creare valore economico nel rispetto dei valori etici.
Con l’aiuto di Ettore Fumagalli, che ha coinvolto personalità della sua cerchia adatte ad un simile compito, si è avviato un primo dibattito sulla finanza come cartina di tornasole per supportare uno sviluppo sostenibile, dando un contributo al dibattito sociale e in seguito politico.
Negli ultimi decenni il mondo della finanza si è dimenticato di essere ausiliario all’economia reale e ha avuto spesso atteggiamenti speculativi e predatori nei confronti delle imprese che rappresentano la ragion d’essere dell’esistenza della finanza.
Oggi più che mai le aziende hanno bisogno di un contesto politico e amministrativo che supporti nella comunicazione e nella programmazione strategie di sviluppo sostenibile, per le aziende esistenti e le start up innovative. Una cornice di stimolo e riconoscimento dei progetti di impatto positivo sociale ed ambientale che valorizzino il locale e il globale nella cornice dei valori guida degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Alcuni esempi possono essere l’investimento in tecnologie ed innovazione con impatto positivo sull’ambiente e sui bisogni sociali, l’impegno sui grandi progetti infrastrutturali con un occhio attento all’impatto sull’ambiente e le comunità locali e l’attenzione ai piccoli progetti virtuosi che molti imprenditori italiani in collaborazione con ONG e Agenzie delle Nazioni Unite stanno portando avanti nel Sud del Mondo, ad es. l’elettrificazione di interi villaggi africani tramite tecnologie minigrid, lo sviluppo di politiche energetiche con un mix crescente di rinnovabili e minore impronta di carbonio. In questo quadro si inseriscono strumenti finanziari come i green e i climate change bonds molto ben valutati dagli investitori istituzionali internazionali che hanno firmato i Principi per l’Investimento Responsabile patrocinati dale Nazioni Unite (UN PRI). Gli stessi investitori sono impegnati in un dialogo con le società petrolifere per ottenere un impegno ridurre le emission di carbonio. Si veda ad esempio le mozioni nelle assemble US ed in particolare il caso Exxon.
In generale si pensa che tutto ciò sia compito della politica. Sì la Politica che ha lo scopo di dare fiducia agli attori economici con la programmazione e l’organizzazione, rafforzando il contesto infrastrutturale e la certezza del diritto con misure che favoriscano il benessere e l’equità sociale. Ma se la politica è in affanno sui temi di pianificazione a Lungo Termine, le associazioni e i gruppi di lavoro della società civile possono comunque dare il loro apporto. Ci fà piacere condividere questi pensieri con Nedcommunity. I soci NED hanno in piccolo una grande responsabilità e come amministratori indipendenti possono confortare il management delle grandi aziende a portare avanti progetti coraggiosi, come sta facendo ENEL che nel suo interno ha creato una divisione Innovazione e Sostenibilità in staff all’AD e ha appena pubblicato un bilancio di Sostenibilità dal titolo di speranza ‘Seeding energies’ per i prossimi 5 anni. Il gruppo Missione Ambiente ha avviato un dibattito fruttuoso al suo interno in occasione del referendum del 17 aprile scorso c.d. ‘no trivelle’, che ha toccata marginalmente i temi della politica energetica, ma ha evidenziato al di là delle single posizioni sul si, no e astensione la necessità di sviluppare politiche energetiche e di sviluppo di lungo termine che diventassero centrali e non marginali nel dibattito politico e coinvolgessero in maniera ed organizzata i cittadini e i loro rappresentanti in Parlamento.
Se è di interesse possiamo fornire i dettagli sul dibattito e sui Green e Climate Change Bonds. Per ogni ulteriore chiarimento contattare la Sottoscritta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA