Le buone idee

Non è soltanto una “buona idea”, ma un “fatto molto importante” per l’immagine

Una notizia importante
Non è soltanto una “buona idea”, ma un “fatto molto importante” per l’immagine di Nedcommunity, quello che Franco Morganti (*) commenta in questo numero: l’ammissione dell’associazione ad EcoDa (European Confederation of Directors’ Associations).

Nedcommunity ammessa ad EcoDa
L’11 giugno 2014 l’associazione italiana degli amministratori indipendenti di società Nedcommunity, presieduta da Paola Schwizer, è stata ammessa nella federazione europea di queste associazioni, EcoDa, in rappresentanza dell’Italia. E’ un buon riconoscimento per un gruppo, nato dieci anni fa da un’intuizione di Claudio De Mattè, assecondato da altri nove compagni di strada, che conta ora 370 iscritti e partecipa attivamente alla formazione di leggi, codici di comportamento e pareri in collaborazione con Banca d’Italia e Consob, i due enti regolatori italiani e con Borsa italiana.
C’è una considerazione da fare: gli amministratori indipendenti sono nati dalle public companies nel mondo anglosassone e sono comparsi in Italia nel 1995 con le prime privatizzazioni e soprattutto col primo codice di autodisciplina di Borsa italiana del 1999, quando nel nostro paese di public companies non esisteva neanche l’ombra. Da allora gli indipendenti hanno condotto una continua battaglia a favore della trasparenza e contro i conflitti di interesse, superando anche i furti di identità frapposti dai cosiddetti “falsi indipendenti”, di facciata e non di sostanza, che purtroppo non mancano. Questa costanza è però stata premiata dalla storia societaria recente: sono sempre più le società che, con la caduta dei patti di sindacato e la maggior presenza dei fondi di investimento, italiani e stranieri, nelle assemblee, si avvicinano al modello delle public companies, cioè delle società non governate da soci o gruppi di maggioranza, ma dove prevale il mercato dei singoli sottoscrittori. Valgano i recenti casi di Prysmian, Brembo, Buzzi, Gtech, Autogrill, Terna e Mediolanum, ma soprattutto di Telecom Italia, prossima alla liquidazione della controllante Telco. Assogestioni dovrà presto decidere se questa importante presenza in assemblea debba preludere, come nel mondo anglosassone, anche alla scelta del management.
Così si verifica il paradosso che gli amministratori indipendenti, nati altrove dalle public companies, finiscano per (ri)produrre qui lo stesso modello societario, che è da considerarsi comunque un passo avanti verso la costruzione di un mercato aperto ed efficiente.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Franco Morganti, Coordinatore editoriale


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