Le banche regionali Usa e quei comitati rischi pieni di raccomandati
2023-05-09 MFIl presidente di Nedcommunity, Alessandro Carretta, firma un articolo su Mf in cui riflette sull’importanza di poter contare su un cda adeguato alle sfide del mercato in cui i consiglieri indipendenti svolgano un ruolo fondamentale. Carretta, dopo aver analizzato i casi dei recenti crack bancari negli Usa, si chiede: “Ma come si valutano l’indipendenza e, più in generale, l’appropriatezza dei membri di un cda e dunque la loro capacità di contribuire davvero alla buona governance di un’impresa?”. “Ripensando ai casi delle banche americane, si potrebbe rispondere: forse basta il buon senso. Ma il tema è in realtà più complesso, anche perché tutti i consiglieri di amministrazione, anche se non formalmente indipendenti, dovrebbero disporre di un Dna caratterizzato da un cromosoma di indipendenza di giudizio, utile all’impresa che governano”, spiega il presidente.
“Nel caso delle banche europee – continua nella sua analisi – è in vigore da tempo, e attuata, sia pure con un po’ di ritardo, anche in Italia, una cornice regolamentare piuttosto articolata, il cosiddetto fit&proper, che declina in modo analitico le dimensioni dell’idoneità di un board member e delle altre figure apicali, responsabili delle principali funzioni aziendali, a ricoprire l’incarico (si pensi, solo a titolo di esempio, alle esperienze pregresse e alla disponibilità di tempo) e rende dunque più difficile che possano manifestarsi, per conclamata inadeguatezza di governance, casi come quelli americani. I consiglieri indipendenti possono essere, nel rispetto dei rispettivi ruoli, preziosi alleati dei supervisori bancari perché si possa tornare a guardare alle banche con fiducia, oggi un po’ intiepidita, ingrediente prezioso per il progresso dei sistemi finanziari”.