La valutazione del rischio resta un affare per pochi
2024-05-06 Repubblica Affari&FinanzaRepubblica Affari&Finanza dedica un lungo articolo ai risultati dell’analisi condotta da PwC Italia in partnership con Nedcommunity dal titolo “Risk Management e Governance: lo stato dell’arte delle imprese italiane”. Dal report emergono profonde differenze nel panorama aziendale, con le realtà quotate e quelle operanti nei settori regolamentati più attente al tema. Così come rilevano le dimensioni: sotto i 100 milioni di fatturato, la funzione è presente in circa un terzo delle aziende (37%), che diventa il 79% sopra i 750 milioni e la totalità per i grandi gruppi multinazionali con più di 3 miliardi di giro d’affari. Il pezzo riporta le dichiarazioni di Patrizia Giangualano, consigliere direttivo di Nedcommunity: “In un periodo storico di forti incertezze geopolitiche ed economiche un’azienda non pub più permettersi di non presidiare i rischi ai quali è esposta e di non conoscere la propria propensione al rischio. Un processo che necessita nuove figure professionali e adeguati flussi informativi per la governance”. Giangualano ha anche ribadito il costo dell’inazione: “L’ostacolo principale è di tipo culturale. Una gestione strutturata dei rischi è difficile da introdurre, soprattutto nelle Pmi, perché dopo la mappatura è necessaria una formale metodologia di analisi di impatto, nonché funzioni di coordinamento/monitoraggio continuo», spiega.