La sostenibilità al centro
Anche l’industria della moda sta seguendo il rispetto dei principi ESG guardando non soltanto ai risultati economici ma anche ai valori, dalla meritocrazia, alla cultura
Getty ImagesLa sostenibilità è al centro delle strategie del settore moda e promette di non uscirne più, per consentire ad un business vitale per il nostro Made in Italy di affrontare le sfide del futuro. Parola di Lorenzo Bertelli, Head of Corporate Social Responsibility del Gruppo Prada, intervistato nel corso della rubrica tenuta dal presidente di Nedcommunity, Maria Pierdicchi, “Due punti sulla buona governance”. Un’occasione in cui il numero uno dell’associazione dei consiglieri non esecutivi e indipendenti ha ribadito quanto “i temi del valore del merito e della centralità dei talenti, siano elementi che fanno parte di una visione strategica che deve puntare sulla centralità del fattore umano”.
Del resto, come ha spiegato lo stesso Bertelli, le aziende sono fatte in primo luogo da persone. “Bisogna essere competitivi dal punto di vista tecnologico, perché il mercato ce lo richiede, consapevoli che senza strumenti di lavoro adeguati non potremo andare avanti. Tutto ciò però non basta: ci vogliono le giuste competenze. I miei studi umanistici mi hanno aiutato a comprendere quanto sia importante avere una visione aziendale il più possibile aperta e fondata su valori solidi”.
Come ha ribadito Pierdicchi “il Gruppo Prada sta affrontando sfide rilevanti in materia di sostenibilità”. “Su questo fronte – ha spiegato Bertelli – siamo impegnati nella definizione dei nostri obiettivi ESG, ma anche nel coinvolgere i diversi dipartimenti aziendali e nella complessa fase di monitoraggio dei risultati. Abbiamo fissato una roadmap per la riduzione delle nostre emissioni e stiamo lavorando per utilizzare materiali riciclati nei nostri prodotti: un esempio è Prada Re-Nylon, la nostra linea in nylon rigenerato. Ma questo non è sufficiente. Ritengo sia necessario un lavoro di squadra, perché si riesca davvero a tracciare un percorso di sviluppo sostenibile per l’azienda. Occorre definire i giusti kpi, avvalendosi anche di consulenti esterni e infine, aspetto tutt’altro che banale, comunicare la sostenibilità. In una parola ci vuole orchestrazione”.
Ancora una volta il capitale umano risulta al centro di questa trasformazione. “Noi – spiega il manager – cerchiamo di integrare giovani talenti in ogni area, ma allo stesso tempo di creare un giusto mix fra nuove risorse e colleghi con maggiore esperienza nei diversi gruppi di lavoro. Inoltre, promuoviamo un ambiente meritocratico, senza distinzione di genere, cultura, provenienza geografica. Per questo motivo, i nostri manager sono responsabilizzati a diffondere il valore della diversità. Soltanto in questo modo saremo certi, non solo di attrarre, ma anche di trattenere in azienda, i nostri talenti. Un altro tema è garantire un corretto equilibrio tra lavoro e vita privata. Soltanto così si potrà fare in modo che una risorsa si senta serena nella propria azienda.”
La centralità dei fattori ESG, come ha riassunto Pierdicchi, non può non passare anche attraverso una governance forte e il Gruppo Prada ha deciso di far proprio anche questo approccio, come dimostra la creazione di un comitato sostenibilità all’interno del board di cui fa parte anche Lorenzo Bertelli, con l’inserimento di consiglieri indipendenti con esperienza internazionale in campo ESG. “Per noi è da sempre utile avere un confronto con persone provenienti anche da altri settori”, ha dichiarato il manager.
“Un aspetto, quest’ultimo della valorizzazione di competenze ‘esterne’, che – ha ribadito Pierdicchi – agevolerà l’adozione di una visione integrata all’interno di un gruppo caratterizzato dalla spiccata impronta familiare, ma allo stesso tempo chiamato ad affrontare sfide di carattere globale”. Una sfida che potrà essere vinta secondo Bertelli in primo luogo “non soltanto ottenendo buoni risultati finanziari, aspetto fondamentale, ma mettendo la cultura al centro, come facciamo con la nostra Fondazione. La cultura fa parte del nostro dna”.
Secondo Bertelli attraverso un equilibrio tra risultati economici, centralità di valori e cultura, si potrà vincere la sfida dei mercati. “Noi imprenditori italiani della moda siamo anche artigiani, maestri del saper fare, ma è necessario sostenere il nostro lavoro. L’Italia, come sistema Paese, deve valorizzare quello che produce puntando sulla qualità e sulla nostra unicità in ogni ambito del Made in Italy, dal food and beverage al lusso.”