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La buona governance? Anche questione di metodo… scientifico

I numeri sono un valido alleato anche per chi siede in un board. Ecco perché è importante che le donne studino sempre più materie STEM. Oggi, però, come hanno testimoniato Amalia Ercoli ed Elvina Finzi in un webinar organizzato di Nedcommunity, ci sono ambiti come quello delle materie scientifiche considerati ancora “feudi maschili”

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Cosa lega due grandi appassionate di scienza alla buona governance? A prima vista poco ma se a intrecciarsi sono le voci di Amalia Ercoli, la Signora delle comete e della figlia Elvina Finzi, allora le cose assumono un aspetto ben differente.

La loro, infatti, è una storia tutta al femminile di successi, caparbietà e intuito, caratteristiche che hanno consentito anche di battere numerosi primati rompendo il tetto di vetro in periodi storici in cui sembrava davvero infrangibile. Amalia, infatti, è stata la prima donna in Italia a laurearsi in ingegneria aeronautica nel 1962 al Politecnico di Milano, dove è stata poi docente di meccanica orbitale, consulente scientifica della NASA, dell’ASI e dell’ESA, fino a ricoprire la carica di Principal Investigator responsabile dello strumento SD2 sulla sonda spaziale Rosetta.

Elvina ha la stessa passione per i numeri della mamma: ingegnera nucleare al Politecnico di Milano, di governance ne mastica ogni giorno visto che è senior director in EssilorLuxottica e Independent Director in Cerved e Cedacri, ma anche ricercatrice, manager internazionalmente stimata, divulgatrice con Amalia di temi legati all’inclusione, ESG e diversity e autrice di numerosi libri, come Oltre le stelle più lontane e l’ultimo in ordine di tempo Le ragazza della luna firmati a quattro mani con la madre.

Il primo in particolare è un testo in cui i ricordi di madre e figlia, alternandosi, raccontano la storia di una famiglia a partire dagli anni del dopoguerra, in cui erano ancora molte le cose “poco adatte alle ragazze”. E proprio seguendo questa modalità di racconto le due personalità sono state le protagoniste dell’appuntamento del 23 ottobre con i Governance talks con NedAlumni, un’ora in cui, sollecitate dalle domande di Francesca Iaia Bertinotti, associata Nedcommunity e membro del Comitato NedAlumni*, oltreché senior advisor Manpower Group, hanno parlato delle loro vicende personali ma anche di buone pratiche, spunti concreti per organizzazioni, vertici aziendali, cda che non hanno paura di innovare e di far propri i principi della diversity e della buona governance.

Ad andare dritta al punto, come è nel suo stile, è stata proprio Amalia che ricorda: “Lo spazio è maschile: quando andavo ai congressi l’oratore esordiva nei saluti iniziali dicendo ‘lady’, al singolare, e ‘gentlemen’ al plurale. Ero l’unica donna presente in platea. Ancora oggi che le cose sono cambiate penso che siamo ben lontani dalla parità. La scienza e la tecnologia, per esempio, sono considerate nell’immaginario collettivo ‘ambiti’ da uomini e di fatto rappresentano le ultime roccaforti al maschile: in questo settore le donne devono patire una sorta di cappio, di nodo alla gola. No Talent, No Temper, No Time: ‘non hanno talento’, ‘non hanno carattere’, ‘non hanno tempo’, questi i pregiudizi di cui siamo vittime che spingono molti talenti al femminile a non studiare le materie STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics). Sono dichiarazioni false, le prime due almeno. Perché per quanto riguarda la terza devo ammettere che è vero: abbiamo meno tempo da dedicare alla professione perché ne svolgiamo anche un’altra, quella della cura: curiamo la famiglia, i figli, il marito, gli anziani genitori. Però, noi donne in carriera, abbiamo cercato di trasformare il tempo in qualità”.

Ma il nodo rimane: la parità in molti ambiti, dalla presenza di donne nel mondo della scienza all’onere della cura della famiglia è ben lontana dall’essere realizzata. Elvina lo ha ribadito usando un numero, come è normale che sia in famiglia: “131”. “Questa cifra è stata calcolata dal Wef, il World economic forum, e si riferisce agli anni che dovremo attendere prima che la piena parità di genere diventi realtà. Un tempo lunghissimo che potrebbe, però, aumentare ancora come è già capitato a causa del Covid: prima della pandemia questo numero era 99. Sono bastati 24 mesi per peggiorare la condizioni delle donne e a prolungare di oltre 30 anni l’attesa. Dobbiamo lavorarci e tutti: da qui è partito il nostro impegno nella scienza e non solo”.

La governance, per esempio, come ha ricordato la coordinatrice dell’incontro, Iaia Bertinotti, ha visto negli ultimi tempi un fortissimo impegno sul fronte della parità di genere che oggi è formalizzata da una legge specifica, la Golfo-Mosca: “Un punto di partenza importante – spiega – anche se ci sarebbe molto di più da dire e da fare. Necommunity, come associazione dei consiglieri indipendenti e non esecutivi, aiuta da tempo a inserire professioniste che hanno caratteristiche equipollenti a quelle degli uomini nei cda”.

Adesso, però, come suggerisce Elvina, bisogna compiere un ulteriore salto: “Ci sono volute le quote rosa perché si arrivasse a una condizione paritetica, per questo motivo penso che la norma sia ottima. In altri Paesi, però, si sta lavorando anche alla promozione della parità ai livelli gerarchici superiori di un’azienda: credo dovrebbe essere il prossimo passo anche da noi”.

Poter contare sulle stesse opportunità va di pari passo, però, con un’adeguata competenza, punto sul quale Nedcommunity insiste da anni con i suoi corsi studiati per chi intenda intraprendere la carriera di amministratore o già sieda in un board e voglia incrementare il proprio livello di consapevolezza del ruolo. “Quando sono arrivata in board – spiega Elvina – mi mancava un pezzo di execution. Poi ho capito, ho studiato per comprendere appieno le caratteristiche del mio ruolo. Quindi ho iniziato a fare domande intelligenti che portavano a un confronto costruttivo”.

Un punto centrale sul quale anche Amalia ha voluto dire la sua ribadendo come anche in un contesto come quello dei cda “l’adozione di un metodo basato su numeri e parametri precisi è di grande aiuto. Da questo punto di vista siamo fortunate a essere ingegneri”.

*Lanciato nel 2023, il Comitato NedAlumni, coordinato da Filippo de’ Donato con il contributo di laia Bertinotti, Maria Serena Ciambellotti, Claudia Giambanco e Manuela Macchi ha l’obiettivo di fidelizzare la community degli Alumni valorizzando il bacino dei partecipanti ai vari corsi e diffondere i principi della buona governance favorendo anche le attività di mentoring.

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