Sostenibilità

La biodiversità, leva strategica per i board

La natura, dalla quale dipendono numerose attività economiche, è sempre più al centro dell’azione dei board che sono chiamati a cogliere opportunità e mitigare i rischi

Getty Images

La gestione della biodiversità e della natura sta emergendo come una leva strategica cruciale per le aziende in un contesto economico e ambientale sempre più sfidante. I board, infatti, sono chiamati a ridefinire strategie per affrontare i rischi e cogliere le opportunità legate alla natura, trasformando questi aspetti in vantaggi competitivi di lungo termine.

In che modo la natura impatta il business?

La biodiversità è alla base dei servizi ecosistemici da cui dipendono molte attività economiche. Settori come l’agricoltura, il turismo, l’energia e la moda dipendono direttamente da risorse naturali e processi come l’utilizzo del suolo, la purificazione dell’acqua e la regolazione del clima. Questo è noto e analizzato da tempo nei settori più sensibili. Tuttavia, la perdita di biodiversità sta accelerando, con sei dei nove confini planetari già superati ed un’esacerbazione dei rischi fisici climatici. Questo significa per le aziende interruzioni nelle catene di fornitura, aumento dei costi delle materie prime, necessità di maggiori investimenti di adattamento e maggiori rischi sistemici che si traducono in effetti finanziari (Ricavi, OPEX, CAPEX, costo del capitale, valore degli asset in bilancio).

Spostarsi su pratiche nature-friendly può creare opportunità di business, come prodotti innovativi a minor impatto sulla Natura, la riduzione dei costi di produzione per un minor utilizzo di materie prime/risorse naturali e la crescita del valore del brand per riconoscimento del valore della Natura da parte dei consumatori.

Secondo il World Economic Forum, circa il 50% del PIL globale, pari a 44 trilioni di dollari, è moderatamente o fortemente dipendente dai servizi ecosistemici. Al contempo, vi sono evidenze circa le opportunità della transizione verso modelli di business “nature-positive”: fino a 10 trilioni di dollari e 395 milioni di posti di lavoro entro il 2030.

Questo ha generato una attenzione maggiore da parte del mercato e una normativa più stringente sui temi di biodiversità e natura.

Gli investitori istituzionali stanno già esercitando pressioni attraverso iniziative come PRI Spring e Nature Action 100, richiedendo trasparenza sulle strategie aziendali per la natura e la biodiversità, allineate ai target globali come il Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework.

A livello internazionale, normative come la CSRD e framework come la TNFD (Taskforce on Nature-related Financial Disclosures) stanno imponendo alle aziende di integrare considerazioni sulla natura nei processi decisionali e nei report di sostenibilità. La TNFD, basata sul modello della TCFD per i rischi climatici e allineata agli ESRS, offre un approccio strutturato per valutare e gestire rischi e opportunità legati alla natura. Oltre 520 società hanno già adottato questo framework e si tratta di un trend crescente.

Quale ruolo per il board?

I board aziendali hanno un ruolo centrale nel guidare la transizione verso una “nature-positive economy”. Una governance consapevole della natura non solo tutela il pianeta, ma garantisce la resilienza e il successo delle imprese nel lungo termine. In particolare, il board deve muovere le leve a sua disposizione per passare da una consapevolezza da parte del management che ha già avviato diverse iniziative ad un approccio sistematico nello sviluppo delle strategie aziendali, anche utilizzando framework quali la TNFD. Occuparsi di natura e biodiversità, così come del cambiamento climatico, vuole dire tenere conto di tutti quei fattori che sono alla base del business model in un’ottica forward-looking: non si possono dare per scontati la presenza e il costo delle risorse naturali sulla base dell’esperienza passata, bisogna piuttosto contribuire alla protezione delle risorse e all’efficientamento del loro utilizzo.

Il World Economic Forum ha adattato i Princìpi di buona governance del clima redatti nel 2019[1] suggerendo l’integrazione della natura.

  • Accountability. Il board è responsabile nei confronti degli azionisti per la resilienza a lungo termine dell’azienda, inclusi i cambiamenti nel panorama aziendale che potrebbero creare rischi e opportunità legati al clima e alla natura.
  • Subject Command e Board Structure. I board devono assicurarsi di avere al proprio interno le giuste competenze per stimolare il dibattito con frequenza, sia nei comitati sia nel consiglio.
  • Materiality Assessment. È necessario identificare quali parti del modello di business e della catena del valore sono maggiormente esposte e stabilire priorità basate su una valutazione di materialità che consideri dipendenze, impatti, rischi ed opportunità legate alla natura.
  • Strategic Integration. Le considerazioni sulla biodiversità devono diventare parte integrante delle strategie e dei piani aziendali, dei processi, delle decisioni di investimento.
  • Incentivization. Le considerazioni sulla biodiversità in quanto parte dei temi ESG devono diventare parte integrante della remunerazione.
  • Reporting and Disclosure. Una rendicontazione chiara dei rischi, delle opportunità e delle strategie che evidenzi “la presa in carico” della natura è fondamentale per attrarre investitori e mantenere la fiducia degli stakeholder.
  • Exchange. È importante stabilire un dialogo e un confronto continuo con i peer, gli investitori e i regolatori per rimanere aggiornati sui rischi emergenti e sulle migliori pratiche.

I board hanno l’opportunità di guidare la transizione verso modelli nature-positive, trasformando sfide in opportunità di crescita sostenibile per la creazione di valore di lungo periodo.


[1] World Economic Forum, 2019 “How to Set Up Effective Climate Governance on Corporate Boards Guiding Principles and Questions”.

button up site