Il Collegio dei Ragionati del Ducato di Milano nel secolo dei lumi
(dal “diritto di sedere” alla meritocrazia )
Nei primi decenni del 1700 gli Abati del Collegio dei Ragionati, con grande sensibilità, avevano colto le istanze di rinnovamento che provenivano sia dagli associati che dalla società civile ed avevano avviato il dibattito per giungere ad una modifica
Nei primi decenni del 1700 gli Abati del Collegio dei Ragionati, con grande sensibilità, avevano colto le istanze di rinnovamento che provenivano sia dagli associati che dalla società civile ed avevano avviato il dibattito per giungere ad una modifica delle regole di governo del Collegio a cui partecipavano sia gli esperti contabili impegnati nel settore finanziario pubblico sia quelli esercenti l’attività privatamente.
Il Collegio aveva affidato a tre esperti giuristi la formulazione delle proposte di nuovo Statuto da sottoporre al Senato Ducale cui spettava la validazione con proprio senato-consulto.
Il Senato Ducale rispose con prontezza alle sollecitazioni dei Ragionati indicando i nuovi principi che dovevano plasmare la carta associativa e sottoponendo la bozza di Statuto un pubblico esame cui parteciparono, oltre agli Abati ed ai loro consulenti giuridici, anche il Vicario di Provvisione ed ii Magistrato del Tribunale Ordinario del Ducato con proprie memorie scritte, affinché le Regole di governo di una associazione professionale da cui dipendeva sia il pubblico che il privato interesse non fossero disegnate ad arbitrio di uno o di pochi.
Nei secoli precedenti, gli Abati non si erano troppo impegnati nella verifica della preparazione e della professionalità dei candidati ammessi all’Ordine. Faceva premio l’appartenenza al ceto nobiliare o professionale, così che molti giovani meritevoli non riuscivano ad accedere al praticantato e, successivamente, alla professione.
La principale preoccupazione degli Abati era “la difesa della dignità degli iscritti e del diritto di partecipare in eminente posizione alle pubbliche cerimonie del Ducato”.
L’Imperatore Filippo III nel 1609, con lettera autografa al Duca di Fuentes aveva concesso agli Abati il “Diritto di Sedere” in prima fila con le autorità politiche, militari e religiose dando grande dignità a coloro che presidiavano il gettito tributario che alimentava le casse ducali ed imperiali.
La lettera venne utile nel 1665, in occasione della commemorazione funebre dell’Imperatore Filippo IV per contrastare le pretese del Contrascrittore della Regia Tesoreria che osò pretendere un posto di prima fila dei Ragionati Generali dato che il suo predecessore conte Federico Tornielli ( detto “il Vecchio “) aveva il posto di prima fila.
I procuratori legali degli Abati dimostrarono che la concessione era legata ai 40 anni di servizio del conte Tornielli nella Ragioneria Ducale, era coerente con la lettera Imperiale e la carica di Controscrittore era stata ricoperta per spirito di servizio, senza conferimento di “maggior dignità”ai successori nella carica. Il Magistrato pertanto rigettò la pretesa dell’impertinente che venne prontamente relegato in fondo alla chiesa.
Il Senato Ducale il 18 settembre 1742, al termine di un ampio dibattito, descritto con precisione nelle lettere circolari trasmesse ai Ragionati associati, invocata la Divina Protezione e la tutela di San Carlo Borromeo, approva il nuovo Statuto (redatto in aulico latino) e la Taxa o Tariffa ( redatta in italico idioma) che vennero prontamente pubblicati da Giuseppe Richino Malatesta – regio ducal tipografo – e diffusi in tutte le città del Ducato.
lo Statuto, suddiviso in trentacinque capitoli, stabilisce il gratuito patrocinio per vedove ed orfani non abbienti,i doveri degli Abati per l’accertamento della moralità dei candidati e della loro famiglia pur consentendo l’accesso anche ai figli naturali e legittimati, le regole per la verifica del corso di studi classici (lingua latina e note tironiane comprese) e professionali (scuola di matematica e d’abbaco), le regole per il praticantato, obbligatorio, con iscrizione preventiva in un pubblico elenco,le regole per l’amministrazione del Collegio e per il funzionamento degli uffici.
Il Collegio è retto da due Abati, di cui uno Seniore ed uno Juniore (le quote rosa non erano ancora codificate, anche se nelle opere di fra Luca Paciolo si legge che la prima nota -purché rilegata in vacchetta- poteva esser compilata anche dalle signore), che vengono eletti dagli iscritti all’Ordine e restano in carica un anno e possono essere rieletti solo decorso un quadriennio; viene eletto anche un Conservatore, due Sindaci ed il Tesoriere che amministra il contributo corrisposto dagli iscritti.
L’organico si completa con un Cancelliere, un vice Cancelliere ed un Portinaio.
Con successive delibere del 1760 e del 1767 il Senato provvide a perfezionare e completare il testo dello Statuto dell’ordine dei Ragionati che restò in vigore fino all’avvento della dominazione Napoleonica nel 1796.
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E’ stato Direttore Generale dalla fondazione e Amministratore Delegato di ARCA SGR S.p.A. Società di Gestione del Risparmio. Membro fondatore di Assogestioni e membro del consiglio di alcune associazioni aventi fini culturali non lucrativi.
Ha svolto funzione di consigliere di ARCA VITA S.p.A. e della Fondazione UNIDEA ed è stato sindaco di ZUCCHI S.p.A. ([email protected]).