Editoriale

Il climate change come occasione di crescita

Un’opportunità da non perdere: il cambiamento climatico può e deve diventare volano di trasformazione e di crescita, a patto che si punti su una governance adeguata

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Come emerge dal Report Global Turning Point Report 2022 di Deloitte, nei prossimi 50 anni, l’inazione rispetto al cambiamento climatico potrebbe costare all’economia globale 178 trilioni di dollari; l’accelerazione del processo di decarbonizzazione invece potrebbe far guadagnare 43 trilioni di dollari. Le protagoniste del processo di decarbonizzazione sono le imprese, principali responsabili per le emissioni di CO2.

Per le società di maggiori dimensioni, banche e imprese di assicurazione questo processo è reso più agevole dalla disciplina europea che prevede obblighi di trasparenza e conseguentemente di gestione in materia di rischi e opportunità climatici (la Direttiva N. 2014/95/EU con le modifiche che saranno apportate dalla Corporate Sustainability Reporting Directive N. 2021/0104; la Proposta N. 2022/0051 su Corporate Sustainability Due Diligence). Per le società che non sono destinatarie della disciplina europea, tuttavia, la valutazione della resilienza del proprio modello di business rispetto al cambiamento climatico, attraverso l’identificazione dei rischi e lo sfruttamento delle opportunità, è comunque fondamentale per assicurarsi la crescita. Peraltro, tutte le società (anche di persone) sono tenute al rispetto dell’art. 2381 c.c. commi 3 e 5 secondo cui gli amministratori delegati hanno il compito di assicurare un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato e il c.d.a. nella sua interezza deve valutare tale adeguatezza; nell’adeguatezza rientra la gestione integrata dei rischi, di tutti i rischi, incluso quello climatico.

Ma come individuare la governance che possa assicurare l’efficace gestione del cambiamento climatico in assenza di una disciplina specifica? Può essere utile fare riferimento agli Otto Principi in tema di Governance Climatica pubblicati dal World Economic Forum nel 2019. Si tratta di soft law e come tale non vincolante ma comunque di ausilio per la costruzione di una governance adeguata ad affrontare questa sfida:

1. il consiglio di amministrazione è responsabile per il governo dei rischi e le individuazioni delle opportunità;

2. gli amministratori devono essere preparati in tema di cambiamento climatico (anche attraverso l’ausilio di consulenti o comunque organizzando sessioni di induction);

3. il clima deve essere inserito nella struttura organizzativa sia come flussi dal c.d.a. al management che viceversa;

 4. i rischi e le opportunità devono essere presi in considerazione nella gestione e nelle decisioni di investimento (facendo riferimento alle Raccomandazioni della Task Force del Financial Stability Board del 2017);

5. i rischi e le opportunità devono essere al cuore della formulazione della strategia al fine di una valutazione della resilienza dello specifico modello di business;

6. nella remunerazione degli esecutivi deve essere inserito un riferimento al raggiungimento degli obiettivi climatici;

7. deve essere garantita la trasparenza di rischi e opportunità legati al clima nel bilancio e negli altri documenti affinché la valutazione degli attivi sia corretta;

8. deve esserci uno scambio di conoscenze con peers, investitori, altri stakeholders etc. per aumentare conoscenza e consapevolezza del tema che è in continua evoluzione.

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