Gestire l’imprevisto in cinque mosse: i consigli dell’esperto
Pandemie, cambiamenti climatici, guerre: si potrebbe dire che il rischio è una costante nella nostra storia, un fenomeno con il quale anche le aziende devono fare i conti, in particolare in un mondo sempre più globalizzato
Getty ImagesLa storia dell’umanità è costellata di eventi drammatici che hanno esercitato i loro effetti negativi superando spesso le barriere di spazio e di tempo. L’elemento comune di questi fenomeni è spesso l’imprevedibilità che non consente un’immediata gestione e una conseguente limitazione dei danni.
In gergo questi eventi rari ed inaspettati e quasi sempre dalla forte connotazione negativa sono chiamati “cigni neri” dalla definizione coniata dallo scrittore e matematico libanese Nassim Nicholas Taleb nel suo libro The Black Swan, pubblicato nel “lontano” 2007.
Negli ultimi anni l’elenco di questi cigni neri sembra essersi allungato a dismisura: la pandemia da Covid-19 e la guerra in Ucraina, sono soltanto alcuni degli esempi più recenti. Spulciando nella lista degli eventi passati, per esempio, come non fare riferimento alla crisi economica del 2008 oppure alla tragedia dell’11 settembre, veri spartiacque della storia recente?
Se volessimo utilizzare un solo termine alternativo a questa metafora si potrebbe pescare dal dizionario la parola “rischio”. Certo parliamo di rischi particolari, imprevedibili appunto, ma che organizzazioni degne di questo nome come le imprese sono chiamati a saper gestire, pena l’esclusione dal mercato. Anche perché, uno dei fenomeni più catastrofici a livello globale che il mondo ricordi, il cambiamento climatico, promette di esporre tutti, imprese comprese, a rischi crescenti. Ovvio quindi che questo tema debba comparire in cima alle agende dei board che sempre più oggi deve essere in grado di gestire e in un certo senso, anche prevedere i cigni neri.
Ecco, quindi, alcuni semplici consigli da due esperti in risk management per governare l’imprevisto nel migliore dei modi. A fornirli a La Voce degli Indipendenti sono Antonella Negri Clementi e Stefano Nuzzo della società di management consulting e corporate finance Global Strategy.
1. Introduzione di un’attività formalizzata di Risk Management: tramite l’introduzione di uno strumento di pianificazione risk-based che implica la valutazione di risultati prospettici coerenti con le azioni e risorse individuate, tenendo conto dei potenziali rischi e delle azioni di mitigazione in differenti scenari. Tale attività permette di esplicitare le assumption definendo le correlazioni causa/effetto e rendere l’organizzazione pronta a comprendere gli impatti di eventi imprevisti e prevedere le contromisure in modo più consapevole
2. Attenzione alla liquidità e alla struttura finanziaria: mediante non solo il monitoraggio della struttura finanziaria e della correlazione tra attivo, passivo e leva finanziaria ma soprattutto, in un’ottica di breve, l’attività di forecasting continuo della liquidità, dei fabbisogni e della capacità di autofinanziamento anche valutando simulazioni di scenari avversi
3. Focalizzazione sulla buona Governance: attraverso il funzionamento non solo formale ma sostanziale del Consiglio di Amministrazione, come luogo di efficace e costruttivo confronto sulle valutazioni e decisioni strategiche. L’inserimento di consiglieri indipendenti potrà apportare competenze ed esperienze complementari, aprire alla cultura della sostenibilità e del risk management
4. Challenge continua sul Business Model: la ricerca del miglioramento continuo passa attraverso la messa in discussione del modello operativo. Tutto ciò permette di reagire con più proattività ad eventi imprevisti che possono tradursi in situazioni di discontinuità permanente. In breve, è necessario allenarsi per venire fuori dalla logica dell’“abbiamo sempre fatto così”
5. Ricerca di opzioni strategiche anche attraverso operazioni straordinarie: sia a monte sul capitale, attraverso l’ingresso di nuovi soci per rafforzare finanziariamente l’azienda e/o aprire nuove relazioni, sia a valle tramite l’acquisizione di peers per accedere a nuove competenze, migliorare il posizionamento competitivo, velocizzare i cambiamenti nel modello di business e rafforzare la strategia di differenziazione