Consigli di lettura – Maggio 2021
“Lontano dagli occhi, lontano dal cuore” recita un vecchio adagio. Il proverbio potrebbe però adattarsi bene alle recentissime evidenze emerse nell’articolo scientifico oggetto di questa recensione. I due autori cinesi, dimostrano infatti che i consiglieri indipendenti trasferiti in una differente località rispetto alla sede sociale partecipano meno frequentemente alle riunioni del cda ed esprimono una percentuale più bassa di dissenting opinions
UnsplashYi Quan, Wenlan Zhang, Geographic distance and board monitoring: Evidence from the relocation of independent directors, in Journal of Corporate Finance, volume 66, February 2021.
Le relazioni tra distanza geografica e finanza d’impresa sono tradizionalmente oggetto di attenzione nella letteratura scientifica.
In generale si osserva che la prossimità riduce i costi informativi e le asimmetrie tra l’azienda e i propri stakeholder e che la distanza geografica influisce sul comportamento degli investitori e sulle politiche di investimento e finanziamento. Nel campo della governance, come è lecito attendersi, gli amministratori “locali” hanno evidenti vantaggi informativi mentre quelli stranieri si basano più frequentemente su dati pubblici piuttosto che sulla “soft information”. Gli effetti sul ruolo di controllo degli amministratori sono peraltro controversi, anche dal punto di vista metodologico, vista l’endogeneità delle decisioni del board nella nomina di amministratori “vicini” all’azienda.
In questo articolo viene utilizzato un approccio originale, connesso al cambio di residenza degli amministratori indipendenti dovuto alla loro attività principale, che rende esogena tale variabile e dunque più significativa l’analisi. Il contesto è quello cinese, che è ormai una miniera per le indagini scientifiche, in considerazione della quantità e varietà dei dati disponibili; i risultati non possono quindi essere certamente generalizzati, ma in questo caso sono interessanti e fanno riflettere.
In estrema sintesi, gli autori, che insegnano in due importanti università cinesi, arrivano a dimostrare, con evidenze significative, che i consiglieri che si sono trasferiti durante il loro mandato in una differente località rispetto alla sede sociale partecipano meno frequentemente alle riunioni del consiglio ed esprimono una percentuale più bassa di dissenting opinions e che questa “estraneità” aumenta al crescere della distanza geografica. L’effetto distanza si attenua se esistono collegamenti ferroviari ad alta velocità (resisto qui alla facile ironia sul confronto con la nostra rete ferroviaria…), se le aziende presentano rischi di contenzioso elevati e sono controllate dallo stato, segnalando forse una valutazione costi/benefici degli amministratori indipendenti nell’esercizio del monitoring. Nello stesso tempo le aziende che hanno consiglieri “fuori sede” sono più propense a investire in attività collocate nella sede di residenza di tali amministratori e le reazioni del mercato a queste M&A sono più favorevoli. In ogni caso le aziende che dispongono di NED “lontani” geograficamente presentano performance inferiori e sono meno propense a confermarli, alla scadenza, nel proprio consiglio.
Se queste evidenze trovassero conferma anche nel contesto europeo e italiano, certamente qualche dubbio sul valore della diversità e dell’assortimento dei membri del consiglio, specie quelli indipendenti, potrebbe sorgere, richiedendo qualche approfondimento specie sul fronte delle asimmetrie informative, che già oggi sono elevate tra le varie tipologie di amministratori. Nell’attuale scenario pandemico, un’indagine interessante con finalità analoghe potrebbe riguardare l’efficacia dell’azione di controllo degli amministratori, specie indipendenti, esercitata attraverso riunioni a distanza, anziché con presenza fisica.