Confindustria: politiche e standard internazionali per gestione rischi Esg

Milanofinanza.it dedica un articolo al convegno organizzato lo scorso 11 marzo dal RG “La Governance in Materia di Rischi e Controlli” coordinato Patrizia Giangualano. Proprio Giangualano, ha messo in evidenza che “la sostenibilità sta diventando il vero linguaggio del business e la normativa è sempre più stringente e orientata a buone pratiche. Le nuove strategie, modelli di gestione e prodotti in chiave Esg hanno bisogno di essere descritti e misurati per rispondere alle aspettative degli stakeholder e far comprendere il valore creato e le prospettive di sussistenza nel lungo periodo”. 

Sul tema è intervenuto anche Giuseppe Siani, Capo del Dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d’Italia, affermando che “i temi Esg sono da tempo all’attenzione del mondo della finanza: modelli di business sostenibili degli intermediari possono a loro volta agevolare l’evoluzione dell’economia e della società nel suo complesso verso standard virtuosi di inclusione sociale, tutela dell’ambiente, resilienza a shock esterni e interni”.

Non tutte le imprese, e ancor meno quelle di minori dimensioni, sono però strutturate per rispondere a queste esigenze, in una fase in cui l’evoluzione di tutti gli aspetti in campo ambientale e sociale necessitano di soluzioni appropriate. I costi energetici, ha fatto notare Francesca Mariotti, direttore generale Confindustria (nel suo intervento “Fattori Esg e sostenibilità del business per le imprese”) sono fra i primi costi anche in un’ottica ambientale (Esg) e sono aumentati in maniera tanto sproporzionata che “ogni giorno abbiamo segnalazioni di imprese costrette a chiudere”. Per dare una misura del fenomeno, rispetto al gennaio 2020 i costi dell’energia per le imprese industriali sono aumentati del 1.948%. Gli investimenti necessari per raggiungere gli obiettivi del Green Deal sono 1.100 miliardi in Europa, di cui una quota parte sono investimenti pubblici, ma molti saranno a capo delle imprese.