Cda incrociati, pesano i profitti
2024-02-21 MFMF intervista il presidente di Nedcommunity, Alessandro Carretta, in merito al cambio delle regole di interlocking per le banche per le società finanziarie. Il pezzo ricorda che “i criteri che fissano i divieti di sedere in più consigli di amministrazione di società concorrenti, introdotti nel 2011 con il decreto Salva Italia, sono state ritoccati ancora una volta nei giorni scorsi dalle autorità di vigilanza (Banca d’Italia, Consob e Ivass). A pesare saranno ora interessi, commissioni e profitti generati da operazioni finanziarie di banche e società finanziarie”. “Con le modifiche introdotte gli indicatori usati per definire il fatturato sono più appropriati rispetto a prima”, osserva Carretta che definisce comunque “la norma comprensibile ma piuttosto arcigna perché limita molto l’autonomia delle banche nel configurare i board”.
Il vantaggio, almeno in teoria, è quello di aprire il mercato delle poltrone dei consigli di amministrazione anche a soggetti diversi dai soliti noti “ma questo mercato è ancora fragile e le competenze vanno rafforzate perché buoni consiglieri non si nasce”, aggiunge il presidente. Nei soggetti interlocked, che possono assumere solo una carica, “ci sono potenziali inespressi che potrebbero essere usati anche in altre società mentre le norme, cosi come sono, sembrano davvero molto limitative” e se appaiono giuste per i consiglieri esecutivi andrebbero invece attenuate per i consiglieri indipendenti. Così come sono “non favoriscono il matching tra domanda di competenze sempre più specifiche e offerta di consiglieri adeguati”, conclude Carretta.