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Buona governance: il Nord Est pronto al salto culturale

Presentato a Padova il nuovo corso per amministratori e sindaci rivolto ai professionisti che ambiscono a far parte di board di aziende famigliari

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Un salto culturale da impresa famigliare a società dotata di una corporate governance in grado di affrontare le sfide moderne. Con questo scopo è stato presentato il 30 settembre a Padova il corso “Competenze di Governance per amministratori”, organizzato dal Chapter Nordest.

Monica Fanecco, direttore generale Nedcommunity e amministratrice delegata NedValue Srl, specializzata nell’offerta formativa, ha ribadito la centralità di tali momenti di contatto fra l’associazione dei consiglieri indipendenti e il territorio. “Il nostro obiettivo – ha spiegato – è quello di promuovere la buona governance nel tessuto economico del nostro Paese che per la maggior parte dei casi è fatto di aziende di piccole e medie dimensioni. Il Nord Est in questo senso rappresenta un esempio lampante e spiega il motivo per cui Nedcommunity ha voluto realizzare proprio qui uno dei suoi nuovi chapter”.  

A confermarlo Ilaria Antonella Belluco, delegata del Chapter Nord-Est di Nedcommunity: “Il nostro territorio è ricco di aziende Pmi ma il tema della governance è spesso visto come un affare di famiglia. La presenza dell’amministratore indipendente è non di rado solo di facciata e in molti casi manca la necessaria cultura della professionalità che deve essere caratteristica del ned. Per questo abbiamo deciso di aprire il chapter, allo scopo di far comprendere che tale ruolo non serve a dare un posto in cda ad amici o parenti ma a garantire che la cultura della buona governance, tipica delle aziende più grandi o quotate, venga portata sul nostro territorio a beneficio degli stessi imprenditori. L’idea di questo primo corso nasce proprio da tali considerazioni. Vogliamo formare amministratori e sindaci ma anche trasmettere le giuste competenze a chi in un board siede già e intenda approfondire dove sta andando il mercato. Per tale motivo ci siamo avvalsi sia di docenti provenienti da Milano sia dall’Università di Padova per cercare di dare l’impronta di Nedcommunity calandola nel nostro territorio con testimonianze locali. La governance entra nella gestione della società, lo dice il mercato, non possiamo chiudere gli occhi”.

Il cambiamento di paradigma è necessario anche per Lorenzo Todeschini, notaio e presidente del CUP di Padova, il Comitato Unitario Permanente degli Ordini e Collegi Professionali che collabora con Nedcommunity nella realizzazione di questo corso. Todeschini ha ricordato che “l’intervento di professionisti in società è frequente in realtà economiche strutturate e soprattutto nelle quotate per le quali la legge stessa prevede la presenza di amministratori indipendenti. Bisogna ammettere che non bastano più l’acume e la capacità del singolo imprenditore a garantire un’adeguata gestione di un’impresa. Bisogna tenere conto anche degli interessi degli stakeholders e delle istanze sociali come la tutela dell’ambiente e della salute. Il cambiamento è necessario non solo perché ci sono sempre più norme che riguardano il rispetto di tali interessi ma anche perché il mercato stesso impone un’attenzione su tali temi. Ma se la nostra realtà è quella che abbiamo descritto, bisogna cambiare passo: non è possibile più perseguire la remunerazione capitale ma dobbiamo dotarci di una governance adeguata e al passo con i tempi”.

In questo scenario in rapida evoluzione “rivolgersi a professionisti rappresenta davvero la scelta vincente visto che con le loro competenze possono integrare l’attività degli amministratori”. Nessuna invasione di campo assicura Todeschini: “Il coinvolgimento non si realizzerebbe in ambito esecutivo ma si limiterebbe a una funzione di verifica e valutazione dell’attività dell’amministratore esecutivo. Per raggiungere questo obiettivo, però, è necessario che si acquisiscano un’adeguata conoscenza delle regole e delle dinamiche di una corretta gestione aziendale”.

A chiedere questa evoluzione è soprattutto il mercato, come ha spiegato Nadia Buttignol, partner di PFH Palladio Holding, private equity che investe in particolare nelle Pmi. Del resto, quando un fondo entra in una società porta con sé una fortissima cultura di impresa e il primo passo è quello di strutturare il governo societario. “L’imprenditore – spiega Buttignol – nella governance vede due problemi: il primo è che teme di perdere il controllo; il secondo è che ha paura di ingessare le decisioni aziendali. Il cda deve essere visto, invece come un momento di confronto fra professionisti con esperienze che sono complementari a quelle dell’imprenditore. Per questo motivo cerchiamo di affiancare al commercialista o all’esperto legale soprattutto competenze di settore. In questo modo si avrà un cda equilibrato. La mia maggiore soddisfazione? quella di confrontarsi con imprenditori che dopo aver provato i vantaggi della governance non li vogliono abbandonare”.

Secondo Marco Strini, Head of Financial & Professional Risks Marsh Spa, società leader nell’intermediazione assicurativa che ha sponsorizzato l’incontro, uno dei passi fondamentali quando ci si dota di una governance al passo con i tempi è la sottoscrizione di adeguati strumenti a protezione dei componenti di un cda: “Il quadro normativo amplia le responsabilità degli amministratori: su 100 aziende strutturate oggi 95 hanno una polizza a copertura. Per quanto riguarda le aziende di piccole e medie dimensioni rimane ancora tanto da fare”. Anche questo aspetto rappresenta un tassello per la realizzazione di una corporate governance efficace.


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