Biblioteca Ned
Il volume ripercorre la vita dell'autore, direttore della rivista Ned "La Voce degli Indipendenti" e giornalista professionista con ampie e significative esperienze in ambito economico e finanziario. Si parte dagli anni Trenta, visti con gli occhi di un
Enrico Colombi
Un vecchio che muore è una biblioteca che brucia
Taccuino di un ragazzo del ’31 informato dei fatti
SeBook, Simonelli electronic book, Milano, 2016
Il volume ripercorre la vita dell’autore, direttore della rivista Ned “La Voce degli Indipendenti” e giornalista professionista con ampie e significative esperienze in ambito economico e finanziario. Si parte dagli anni Trenta, visti con gli occhi di un bambino di fronte ai grandi eventi della storia d’Italia (e non solo) di quel periodo ed alla vita di tutti i giorni (gli amici, le gite, le vacanze, la scuola, ecc.) fino ai giorni nostri, anche se, riferiti al nuovo millennio, i ricordi dell’autore diventano impressioni meno sistematiche e quasi distratte, come accade a chi di noi come Colombi è nato da qualche anno e “quasi” vicino alla maturità …
Lo stile narrativo è piacevole e coinvolgente, mai autoreferenziale (si potesse dire così di tutti i libri a sfondo autobiografico…): l’introduzione occupa mezza pagina. Ma non ce ne è bisogno. Si entra subito nel vivo del racconto e il lettore ha la sensazione di vivere quei momenti in diretta, una sensazione che crea a volte imbarazzo e pudore (” davvero potrò stare qui?”), un vero privilegio, che l’autore – che probabilmente ha scritto il libro per sè prima che per gli altri – ci consegna.
Un libro d’altri tempi ma al tempo stesso attuale, anche perché mette in evidenza che il concetto di network, di rete interconnessa di relazioni, prima di essere teorizzato e poi reso tecnologico, ha riguardato per molto tempo la società e l’economia.
Da leggere se non si sono vissuti i momenti descritti e non si hanno genitori, nonni o fratelli maggiori a disposizione per farseli raccontare, e anche se si sono vissuti, per confrontare con Enrico (dopo aver letto il libro gli darete del tu) le proprie sensazioni.
Un solo appunto. Il titolo, non particolarmente felice, preso dall’espressione di Amadou Hampaté Ba e divenuto quasi un proverbio nella cultura africana. Ma questo è un libro sulla vita, pieno di energia, e non certo sulla morte. Meglio allora un titolo del tipo: ” L’esperienza è una app che si autoaggiorna nel tempo, non si può scaricare ma tramite un libro come questo può essere trasmessa”. Un po’ lungo ? Si , ma d’altra parte il libro è di oltre 400 pagine… (ma si legge tutto di un fiato).
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