Anche Guido Rossi se ne è andato
Guido Rossi è stato un grande professionista ma soprattutto un grande amico. In particolare fra gli altri, di Franco Morganti e del sottoscritto, tutti tre “Ragazzi del ’31” che hanno vissuto con intensa passione le battaglie politiche degli anni ’50...
ANSA – Milano, 21 Agosto 2017
E’ morto questa mattina il giurista e avvocato Guido Rossi. Aveva 86 anni.
Nato a Milano il 16 marzo del 1931, Guido Rossi è stato tra l’altro presidente Consob (tra il 1981 e il 1982), senatore dal 1987 al 1992 (indipendente eletto tra le liste Pci), due volte presidente Telecom Italia, e commissario della Federazione Italiana Gioco Calcio dopo lo scandalo Calciopoli (2006). Ha presieduto Ferfin-Montedison guidandone il risanamento dopo i Ferruzzi.
Padre delle leggi italiane antitrust e sulle scalate societarie, è stato professore ordinario di Diritto commerciale a Trieste, Venezia, Pavia e successivamente alla Statale di Milano. Da ultimo era professore emerito di Diritto Commerciale nell’Università Bocconi di Milano. E’ stato anche docente di Filosofia del Diritto nell’Università Vita-Salute San Raffaele.
Avevamo un forte legame personale, umano, professionale
Guido Rossi è stato un grande professionista ma soprattutto un grande amico. In particolare fra gli altri, di Franco Morganti e del sottoscritto, tutti tre “Ragazzi del ’31” che hanno vissuto con intensa passione le battaglie politiche degli anni ’50 (mi basta citare il movimento Unità Popolare contro la “Legge truffa” e le lezioni sulla Costituzione di Piero Calamandrei nel 1955 all’Umanitaria di Milano). Inoltre è stato al Collegio Ghislieri di Pavia insieme a Franco Morganti e si è laureato in Legge nello stesso periodo in cui l’ho fatto anch’io alla Statale di Milano. Poi ha ottenuto una Borsa di Studio alla Harvard University dove si è brillantemente laureato con una tesi sulla SEC (Security Exchange Commission).
A questo punto mi pare essenziale ricordare soprattutto la sua fondamentale battaglia per la trasparenza del mercato mobiliare italiano. E lo faccio riprendendo il seguente capitolo del mio libro autobiografico “Taccuino di un azionista” (edito da Il Ponte di Firenze nel maggio 2002).
Anni ’80: le cose cominciano a cambiare
Nel 1981 ebbe inizio la grande svolta verso la trasparenza con la nomina di Guido Rossi alla presidenza della Consob e con l’effettivo avvio della certificazione legale dei bilanci che era stata prevista dalla Legge 216 del 1974, istitutiva della Consob, ma che era rimasta ben chiusa nel cassetto per sette lunghi anni.
Anche Guido faceva parte della cerchia di amici che erano stati vicini ad Unità Popolare ed al Partito Socialista che continuavano ad incontrarsi a Milano Libri, in via Verdi: era senz’altro il più in gamba di tutti …
Comunque, resta il fatto che il 23 gennaio 1981 rappresentò il giorno della grande speranza per tutta la parte migliore della comunità finanziaria italiana. L’Aula Magna dell’Università Bocconi a Milano era gremita di centinaia di persone riunite per ascoltare con entusiasmo il discorso programmatico dal titolo kennediano del neo presidente della Consob: “La società e la borsa: le nuove frontiere”. Un discorso lucidissimo, denso di cultura, di dottrina e di metodo rigoroso. “C’è del metodo in questa follia” fu la conclusione shakespeariana di Rossi. Il suo programma non dimenticava alcuno dei tanti difetti della nostra legislazione e del nostro mercato, indicandone i rimedi e gli obiettivi che la Commissione si poneva per attuarli. Il coro d’approvazione e di speranza fu molto vasto: noi dell’AIAF aderimmo subito e ne facemmo lo scopo della nostra azione tecnica e culturale che continuiamo tuttora a perseguire secondo le linee tracciate da quel programma.
© RIPRODUZIONE RISERVATA