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AI, una rivoluzione epocale fra rischi e vantaggi anche per i cda

La professoressa Tiziana Catarci

Una rivoluzione paragonabile a quella della stampa che dalle metà del XV secolo impresse una fortissima accelerazione al cambiamento sociale, economico e culturale. Secondo la professoressa Tiziana Catarci, direttrice del Dipartimento di Informatica, automatica e gestionale dell’Università La Sapienza di Roma, lo stesso sta avvenendo oggi con l’Intelligenza artificiale i cui effetti promettono di essere “dirompenti”.

Nel corso del keynote speech che ha chiuso l’assemblea 2024 di Nedcommunity, la docente ha messo in evidenza come questa tecnologia stia interessando qualsiasi ambito del nostro vissuto: “L’AI sta avendo un impatto fortissimo nell’arte, nella produzione, nei media, sta cambiando anche i rapporti di forza fra i Paesi. Inoltre, promette di modificare anche il lavoro nelle organizzazioni, in particolare quello di tipo amministrativo, finanziario e legale, che sarà maggiormente toccato dall’avvento della generative AI”.

Nuove soluzioni a vecchi problemi

Come ogni cambiamento epocale chi lo vive, però, stenta a misurarne e ad abbracciarne in toto il grande potenziale. Il quadro di certo sarà più chiaro alle generazioni che verranno dopo la nostra. Intanto, però, questa consapevolezza non può e non deve esimerci dal dovere di interrogarci in primo luogo sulle opportunità e sui rischi legati alla diffusione dell’Intelligenza artificiale. “Dobbiamo essere consapevoli sia dei vantaggi sia degli svantaggi e governarli. Di certo l’AI rappresenta uno strumento potente – continua la docente – che può trovare nuove soluzioni a vecchi problemi: se non ci fossero stati sistemi di AI capaci di analizzare una mole enorme di dati non avremmo mai avuto il vaccino contro il Covid in pochissimo tempo. Questi benefici si applicano a ogni settore medico, compresa l’oncologia dove l’AI è fondamentale nella diagnosi, soprattutto per immagini. Attenzione però: si tratta di strumenti che devono essere utilizzati con competenza e professionalità. La cosa che funziona di più? Il connubio fra tecnologia e il medico. Un’altra grande sfida? Si pensi all’agricoltura intelligente che consentirà di non sprecare le risorse fondamentali come terreno e acqua garantendo contemporaneamente cibo a una popolazione in aumento”.

Il nodo dei bias

Come ogni invenzione anche in questo caso non mancano i rischi che vanno presidiati e gestiti. Un esempio su tutti, i bias. “I sistemi di apprendimento automatico si basano su dati creati dagli esseri umani che sono il risultato di contenuti generati dall’uomo stesso: qualsiasi pregiudizio (di genere o di etnia per esempio) è quindi incorporato negli algoritmi. Il rischio – spiega Catarci – è che tali pregiudizi subiscano una sorta di cristallizzazione e si perpetuino: per evitarlo è necessario adottare un approccio etico ed effettuare una precisa pulizia dei dati dai bias. Altro nodo è quello del lavoro: l’AI ce lo ruberà? Secondo alcuni il 45% delle occupazioni sarà sostituito dall’AI. Secondo Wef, invece, si creeranno 97 milioni di nuovi ruoli e 85 milioni di posti di lavoro cambieranno entro il 2025 mettendo l’accento su un importante funzione di supporto piuttosto che di sostituzione.

Cda “digitali”

Di certo possiamo dire che l’AI, soprattutto quella generativa, potrà aiutare per esempio i cda migliorando i contenuti e le idee, da cui partire per la realizzazione di un progetto. L’AI sarà utile per realizzare slide, imprimere una forte accelerazione a tutte le attività ripetitive (e-mail, compilazione di moduli), riassumere documenti di grandi dimensioni. Inoltre, potrà rappresentare un valido supporto per le aziende che intendano raffinare nuovi prodotti o costruire esperienze personalizzate per i clienti. L’importante, conclude Catarci è che “si sviluppino le giuste competenze digitali ma in Italia i laureati in ICT sono soltanto all’8,22% sul totale, le laureate ICT sono ancora meno, l’1,66%. Necessario quindi scommettere sulla formazione e sullo lo sviluppo del pensiero critico per non cadere vittima dei rischi dell’IA”.

Formazione argine contro i rischi

Un appello di certo centrale anche per il ruolo che i consiglieri indipendenti sono chiamati a svolgere. Le competenze e il continuo aggiornamento sono elementi da cui non si può prescindere come ha sottolineato il presidente di Nedcommunity, Alessandro Carretta, nei lavori di apertura dell’assemblea. Tanto è vero che proprio la formazione è e diventerà sempre più centrale per l’associazione: “Lo dimostra la nascita di NedValue, presieduta da Marco Giorgino, che all’attività di ricerca e studio affianca anche quella formativa attraverso la sua academy e lo dimostrano i corsi TEB ai quali hanno partecipato nel 2023 148 professionisti”.

Nedcommunity sempre più aperta

L’assemblea è stata ovviamente come sempre il momento per fare il bilancio di un anno di attività. Al di là dei freddi numeri con l’associazione che vede vicina la soglia degli 800 iscritti e la già citata nascita di Nedcommunity Value la cui ceo è Monica Fanecco, come non ricordare il chapter NordEst di nuova costituzione e fra i vari progetti la promozione della comunità di Alumni che vuole valorizzare l’esperienza e le competenze dei partecipanti ai corsi. “Al di là di questi traguardi presenti e futuri – continua Carretta – mi preme sottolineare come nel 2023 ci siano stati quasi 100 interventi degli associati ai nostri interventi, il doppio rispetto al 2022 e soltanto 8 di questi provenienti dal Consiglio direttivo. E poi vorrei citare le modifiche al regolamento che necessitava, esattamente come lo Statuto interessato da un aggiornamento, di una manutenzione anche di carattere straordinario per semplificare alcuni passaggi e rendere la procedura di ammissione più oggettiva. In ultimo, non per importanza, ci riempie di orgoglio il conferimento a Rosalba Casiraghi, alla guida dell’associazione dal 2007 al 2013, della carica di presidente onorario“.

 

 

 

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