Rischi ambientali e climatici non lasciano la top ten
La 20ª edizione del Global Risks Report del World Economic Forum evidenzia la crescente complessità dei rischi, peraltro tra loro in sempre più stretta connessione. Necessaria maggiore collaborazione internazionale
Getty ImagesIl Global Risks Report 2025 stimola il senso di urgenza circa un’azione collettiva e multistakeholder per affrontare i rischi globali sempre più complessi e interconnessi, con particolare attenzione a quelli ambientali e climatici, riconosciuti come sfide finanziarie e sistemiche critiche per il prossimo decennio.
Il World Economic Forum e la visione sui rischi globali
Nella 20ª edizione del Global Risks Report del World Economic Forum, che evidenzia la crescente complessità dei rischi, peraltro tra loro in sempre più stretta connessione. Il report raccoglie gli insight di 900 esperti a livello mondiale, analizza i rischi globali di tre scenari temporali – 2025 (attuale), 2027 (a 2 anni) e 2035 (a 10 anni) – e supporta i decision-maker nel bilanciare le crisi attuali e di breve periodo con le priorità di lungo termine.
Ottimismo in declino
L’inizio del 2025 vede un panorama globale frammentato da conflitti geopolitici, eventi climatici estremi, polarizzazione sociale e progressi tecnologici che amplificano la disinformazione. Secondo la Global Risks Perception Survey, il pessimismo domina: il 52% prevede un futuro instabile nel breve termine (2 anni), mentre il 62% immagina una situazione ancora più turbolenta nei prossimi 10 anni.
Tensioni geopolitiche e geoeconomiche crescenti
I conflitti armati sono diventati il rischio attuale più grave (23% degli intervistati), riflettendo una crescente attenzione alla sicurezza nazionale. Le tensioni economiche e tecnologiche, come lo spionaggio informatico, occupano posizioni elevate nella classifica dei rischi. La disinformazione rimane il rischio principale per il 2027, aggravando instabilità geopolitiche e sociali.
Frammentazione sociale
Le disuguaglianze (di reddito e ricchezza) sono il rischio centrale che alimenta sfiducia e instabilità sociale. Altri rischi sociali significativi includono migrazione forzata, polarizzazione ed erosione dei diritti umani. Questi temi continueranno a essere cruciali nei prossimi 10 anni, specie in società a forte invecchiamento della popolazione come l’Italia e la Germania, dove le crisi pensionistiche e la carenza di manodopera peggioreranno.
Rischi tecnologici sottovalutati
Nonostante l’adozione crescente dell’IA, i rischi legati all’uso improprio delle tecnologie avanzate (IA generativa, biotecnologie) aumenteranno nei prossimi 10 anni. Le tecnologie emergenti potrebbero comportare rischi significativi, come violenza biologica o abusi nelle interfacce cervello-computer.
Rischi ambientali: da preoccupazione a urgenza
Le prospettive per i rischi ambientali nel prossimo decennio sono allarmanti: mentre tutti i 33 rischi globali sono previsti peggiorare in gravità in 10 anni, i rischi ambientali presentano il deterioramento più significativo.
I rischi ambientali, guidati dal cambiamento climatico, sono percepiti come una trasformazione sistemica in corso e occupano posizioni sempre più alte nella classifica decennale dei rischi globali dal 2006. Gli eventi meteorologici estremi sono il rischio ambientale più significativo, attualmente al primo posto al 2035. Questo rischio è cresciuto in importanza con l’aumento dell’intensità e frequenza di tali eventi, che colpiscono maggiormente le comunità più povere e comportano costi in aumento del 77% negli ultimi cinque decenni.
In questo scenario, la perdita di biodiversità con il collasso degli ecosistemi si colloca al secondo posto, con un significativo deterioramento rispetto alla classifica al 2027. La perdita di biodiversità e il collasso degli ecosistemi sono aumentati notevolmente in classifica, passando dal 37° posto nel 2009 al 2° nel 2025. Inoltre, il cambiamento critico dei sistemi terrestri, salito dal 21° posto nel 2013 al 4° nel 2014, rimane costantemente tra i primi cinque rischi.
Anche il rischio legato all’inquinamento, introdotto nel 2009, ha guadagnato rilevanza, evolvendosi per includere danni ambientali causati dall’uomo, come le fuoriuscite di petrolio e la contaminazione radioattiva. È stabilmente tra i primi 10 rischi a lungo termine e al sesto posto nell’orizzonte a due anni.
La percezione di gravità di questi rischi è maggiore tra i giovani, segnalando un divario generazionale. L’inquinamento, ad esempio, risulta il terzo rischio più grave al 2035 per gli under 30, rimanendo il più elevato tra i gruppi di età esaminati. In generale, i rischi ambientali si collocano ai primi posti della classifica dei top risk al 2035 per tutti i gruppi di stakeholder: società civile, organizzazioni internazionali, accademia, governi e settore privato.
Necessità di un’azione collettiva
L’azione concertata e il dialogo internazionale sono essenziali per evitare un deterioramento delle condizioni globali, gestire rischi complessi e interconnessi, che minacciano la fiducia, la stabilità e il progresso globale. Da questa call to action non possono sottrarsi i board che dovranno coinvolgere tutti gli stakeholder chiave per far fronte ai rischi sin d’ora previsti per il prossimo decennio, in primis i rischi ambientali e climatici ovvero rischi finanziari e sistemici.