Sostenibilità

Addii dalle alleanze per il clima: crescerà il divario tra USA ed Europa?

Le ultime uscite dalle Alleanze hanno coinciso con il cambio di leadership nell'amministrazione degli Stati Uniti, ma la ragione di queste scelte non è solo politica ma spesso legata anche ad evitare rischi legali

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Nell’arco della seconda settimana del nuovo anno si sono registrate due grandi perdite per le iniziative climatiche globali a difesa degli obiettivi Net Zero: le uscite di Black Rock dalla Net Zero Asset Manager Initiative (NZAMI) e di JP Morgan – che segue Citigroup, Bank of America, Morgan Stanley, Wells Fargo e Goldman Sachs – dalla Net Zero Banking Alliance (NZBA).

In ogni caso, JP Morgan ha dichiarato “continueremo a lavorare in modo indipendente, … per favorire tecnologie a basse emissioni di carbonio e rafforzare la sicurezza energetica” e BlackRock “che continuerà a valutare il rischio climatico nelle scelte di investimento”. Nel 2023, Lloyd’s, Axa ed altre società assicurative avevano abbandonato la Net Zero Insurance Alliance (NZIA) rilasciando simili dichiarazioni

Dal canto suo, NZAMI ha annunciato la revisione dell’iniziativa al fine di tenere conto degli sviluppi legali negli Stati Uniti evidenziando che “il rischio climatico è un rischio finanziario” e che “NZAMI esiste per aiutare gli investitori a mitigare questi rischi e a realizzare i benefici della transizione economica verso il net zero.

Le iniziative NZAMI, NZBA e NZIA erano nate intorno al 2020-2021 all’interno della più ampia campagna globale dell’ONU Race to Zero che mobilita attori pubblici e privati – aziende, città, regioni, istituzioni finanziarie, educative e sanitarie – al fine di intraprendere azioni rigorose e immediate per dimezzare le emissioni globali entro il 2030 e realizzare un mondo più sano, equo e a zero emissioni nette. A fine 2024 le iniziative contavano rispettivamente 325 e 140 membri, in particolare la compagine di NZAMI rappresentava USD57.5Trillion di patrimoni in gestione.   

Le ultime uscite dalle Alleanze hanno coinciso con il cambio di leadership nell’amministrazione degli Stati Uniti, ma la ragione di queste scelte non è solo politica. Sin dal 2023, la decisione era stata presa dalle società di assicurazione in quanto alcuni procuratori generali americani hanno prospettato la violazione della disciplina antitrust attraverso questi accordi che potrebbero costituire “intese” lesive della concorrenza oltre che “boicottaggi illegittimi” contro le industrie del fossile costringendole a ridurre la produzione di carbone, petrolio e gas e causando l’aumento dei prezzi dell’energia a danno dei consumatori. La fondatezza dei rilievi è tutt’altro che scontata ma per precauzione, dato che l’azione spetta ai procuratori generali dei singoli Stati americani, le società menzionate hanno deciso di non correre il rischio legale. In Europa, ad esempio, la Commissione europea ha pubblicato una guida in cui chiarisce le caratteristiche che accordi orizzontali tra concorrenti devono avere al fine di perseguire lecitamente obiettivi di sostenibilità senza violare la normativa antitrust (similmente si è pronunciata l’Autorità antitrust britannica). Peraltro, ulteriore pressione sugli investitori istituzionali statunitensi era iniziata nell’agosto 2022 quando i procuratori generali di 19 Stati americani repubblicani avevano contestato a Blackrock l’attivismo in materia di cambiamento climatico che non sarebbe stato in linea con gli interessi finanziari dei fondi pensione (tra i beneficiari di Black Rock) e perciò in violazione degli obblighi fiduciari. A questa contestazione Black Rock aveva risposto spiegando perché le sue politiche di investimento e di attivismo fossero in linea con gli obblighi fiduciari in quanto tese a mitigare il rischio finanziario negli investimenti decisi, nell’interesse dei beneficiari e non motivate da convincimenti etici o politici

Tutto ciò accade mentre riceviamo la conferma da Copernicus, l’agenzia europea per il monitoraggio del clima, che il 2024 è stato il primo anno con una temperatura media che ha superato chiaramente gli 1,5°C sopra il livello pre-industriale e mentre osserviamo attoniti le immagini di Los Angeles in fiamme. Mai è stata più chiara la materialità finanziaria del rischio climatico: secondo Munich Re, il 2024 è stato il terzo anno peggiore dal 1980 per totale delle perdite da catastrofi naturali e intere aree degli USA – in particolare in Florida e California – sono ormai non assicurabili.

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