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In crescita il contributo degli “indipendenti” per il miglioramento della governance

I ned sempre più centrali nell’evoluzione verso un governo societario al passo con i tempi: circa la metà dei componenti dei cda delle quotate italiane è un amministratore indipendente. Per Nedcommunity fondamentale una corretta formazione

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“Il miglioramento della qualità della governance nelle imprese quotate in Italia, rilevato nei rapporti Consob, Comitato Italiano per la Corporate Governance e Assonime, è anche frutto del contributo degli amministratori indipendenti, il cui peso nei cda è costantemente aumentato nel tempo: oggi circa la metà degli amministratori è costituita da indipendenti”. A dichiararlo il presidente di Nedcommunity, Alessandro Carretta, intervenuto il 16 ottobre scorso al convegno“Corporate governance in Italia: analisi e best practices” tenutosi a Romasu iniziativa di Consob, Assonime e Comitato italiano per la corporate governance.

Il numero uno della principale associazione italiana dei consiglieri non esecutivi e indipendenti che riunisce 800 membri, ha snocciolato i dati sottolineando che nel caso delle banche, la presenza dei non executive directors ha subito un vero e proprio balzo in poco più di dieci anni passando dal 31% nel 2011 al 68% nel 2023: una conferma della centralità crescente di queste figure, considerate sempre più utili al raggiungimento degli obiettivi strategici di un’azienda. 

L’apporto dei ned

Ma in cosa consiste il loro apporto? Di certo “nell’attenzione al rispetto delle norme e dei codici di comportamento e nella ricerca di un allineamento continuo tra obiettivi e strutture aziendali, assetto dei controlli e combinazioni risultati/rischi. Gli indipendenti sanno anche di dover dare un contributo all’assunzione di buone decisioni, promuovendo processi decisionali adeguati e relazioni sane tra gli attori coinvolti, presidiando nel contempo in modo coerente la cultura aziendale e del board” ha spiegato Carretta.

Non mancano ovviamente i punti di miglioramento emersi dai report.Tra i principali “la valutazione dell’indipendenza dei consiglieri, che deve essere sempre più orientata alla sostanza oltre che alla forma e alla trasparenza, l’informativa preconsiliare, rispetto alla quale le tempistiche appaiono non sempre rispettate, senza portare motivazioni esplicite o convincenti, il coinvolgimento concreto del cda nella board evaluation e nell’approvazione dei piani industriali”.

Infine un consiglio a chi voglia ricoprire questo ruolo: “Servono un’adesione, sostanziale e non formale, ai principi guida (quali ad esempio quelli di Nedcommunity e di ECODA) e tanta, tanta formazione”, ambito nel quale Nedcommunity è specializzato attraverso la sua Academy coordinata da NEDValue.

Nuove sfide all’orizzonte

Essere preparati è la chiave, del resto, per affrontare le sfide principali di una corporate governance in profonda trasformazione. Paolo Savona, presidente della Consob, in apertura dei lavori ha toccato proprio questo aspetto sottolineando che “la materia è investita da due ondate di innovazioni: la deglobalizzazione e le contabilità decentrate, blockchain e Dlt (Distributed Ledger Technologies). Gli incombenti sviluppi contabili decentrati impongono una riorganizzazione della governance. I nuovi assetti devono prendere in considerazione i mutamenti tecnologici e geopolitici in atto, per evitare che le nostre imprese si trovino spiazzate dalla concorrenza estera”.

Ma non solo. “La sfida più rilevante che abbiamo di fronte – ha spiegato Massimo Tononi, presidente del Comitato italiano per la corporate governance – è quella di una più efficace declinazione dei temi di sostenibilità nella definizione dei piani industriali, allo scopo di coniugare al meglio la creazione di valore con la tutela dell’ambiente e dei diritti umani”.

Ecco perché “il confronto tra regolatori ed esperti è importante per promuovere la competitività e la capacità di attrazione del nostro mercato”, ha concluso Chiara Mosca, commissaria Consob, in chiusura dei lavori. “Questi sono gli obiettivi della riforma che il Legislatore ha delegato al governo e rispetto ai quali il nostro impegno è massimo”.

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