Consigli di lettura – Gennaio 2023
Il merito è un concetto spesso “scivoloso” sulla cui centralità spesso non esiste un consenso unanime. Il volume di Silvia Stefini affronta il tema legandolo a un ambito molto particolare, quello della governance d’impresa, fornendo spunti inediti e interessanti
Credit: UnsplashA cura di Silvia Stefini, La governance meritocratica. Storie di talento e d’impresa sostenibile, Guerini e Associati, Milano, 2022
Merito, meritocratico, meritocrazia… sono tra i termini più richiamati (e a volte abusati) negli ultimi tempi anche, ma non solo, quando si parla di imprese, management, percorsi di carriera, successi individuali e collettivi.
Sul piano personale il legame tra i risultati conseguiti, a prescindere dal fatto che vengano riconosciuti e valorizzati, e il merito, non è immediato. Il successo dipende anche da altre variabili, tra le quali le condizioni di partenza (anche sociali), il DNA, lo sforzo profuso e, perché no, anche il fattore c. (chiamiamola fortuna). È giusto valorizzare (e premiare) il merito?
Qualcuno (Michela Marzano, su “La Repubblica” del 4 novembre 2022) dice addirittura che “il merito è una bufala”. Si sottolinea anche sovente che più che il merito andrebbero premiati l’impegno e lo sforzo. Il dibattito è aperto, e molto scivoloso, e al di fuori della mia portata, anche intellettuale.
Nel caso della governance, io penso che si possa assumere il merito come un riferimento meramente simbolico all’esigenza che il governo delle imprese sia affidato a persone motivate e capaci, con competenze e talento, in grado di applicare i principi della buona governance, anche con un gioco di squadra e certamente un’attenzione agli stakeholder tutti dell’impresa. Tutto ciò è “merito”? Non credo ma richiamarlo, in modo ripeto quasi simbolico, male non fa.
A me sembra, da una prima lettura, che anche il libro “La governance meritocratica” segua questo orientamento, non fare cioè del merito in quanto tale un’ossessione, ma usarlo per dare un contributo al miglioramento della governance delle imprese italiane.
Il volume nasce come iniziativa del Forum della Meritocrazia, su impulso della curatrice, Silvia Stefini, che come ricorda nella presentazione, si è appassionata al legame tra governance e meritocrazia osservando i segnali di indebolimento di un’importante azienda americana, contraddistinto da una governance divenuta poco efficace nell’esprimere un indirizzo strategico e da una forte semplificazione del sistema meritocratico alla base dell’organizzazione, anche se il libro analizza la governance di aziende italiane di medie dimensioni che sono meno analizzate (e regolamentate), spesso molto diverse tra loro, ma presentano storie di merito, visione e innovazione.
E in effetti il volume, con una prefazione di Roger Abravanel e una postfazione di Maria Cristina Origlia, è una raccolta di storie meritevoli collegate dal filo conduttore della relazione tra scelte di governo societario e meritocrazia, articolata in due parti: la prima sull’evoluzione del contesto in cui sono nate e operano le aziende italiane e la seconda dedicata ad alcuni esempi che pongono in rilievo gli elementi distintivi della governance e la valenza del merito.
Numerosi gli spunti di interesse che emergono dal volume, grazie al dream team di autorevoli autori e testimoni che la curatrice, che è anche Presidente di Chapter Zero Italy-The Nedcommunity Climat Forum, ha raccolto intorno a questo progetto, che si conclude con il richiamo ai 5 principi della governance meritocratica, portati avanti dal Forum della meritocrazia. Una lettura utile e piacevole, in ultima analisi, sia per coloro che vogliono con uno sforzo ragionevole “entrare” nel tema e acquisirne una visione d’insieme, sia per gli addetti ai lavori, che troveranno qualche motivo di riflessione e ancoraggio alle proprie esperienze nelle storie d’impresa e governance presentate nel libro.