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Il sistema bancario resiliente conto la crisi pandemica

Alessandra Perrazzelli, ospite del secondo appuntamento di “Due punti sulla nuova governance” moderato da Maria Pierdicchi, sottolinea la resilienza degli istituti italiani

Christian Wiediger/Unsplash

“Gli istituti di credito italiani hanno dimostrato di saper resistere all’emergenza pandemica anche grazie a una buona patrimonializzazione e gestione dei crediti deteriorati”. A dirlo Alessandra Perrazzelli, vicedirettrice generale della Banca d’Italia e membro del Supervisory Board del Single Supervisory Mechanism della Banca Centrale Europea, ospite del secondo appuntamento di Due punti sulla nuova governance, la rubrica moderata dal presidente di Nedcommunity, Maria Pierdicchi.

Quella pandemica – spiega Perrazzelli – è stata una crisi difficilissima, inaspettata, sanitaria, economica e sociale che ha trovato le banche italiane in una condizione diversa rispetto al biennio 2007/2008. La regolamentazione messa in atto, la capacità stessa di lavoro e la gestione degli Npl hanno preparato il nostro sistema a essere più resiliente nei confronti di emergenze di natura sempre diversa. Poi gli aiuti messi in campo dal governo hanno fatto il resto. Anche l’Europa si è ben comportata grazie in particolare alle misure messe in atto dalla Bce. Oggi possiamo dire che il meccanismo di emergenza attivato ha ben funzionato tanto è vero che assistiamo a una crescita generalizzata del Pil. Adesso la sfida è rappresentata dalla corretta implementazione del PNRR. Ci troviamo in un momento epocale perché il piano offre all’Italia una capacità nuova di affrontare nodi strutturali che fino ad oggi hanno impedito all’economia di dispiegare appieno il suo potenziale e di sfruttare appieno le tante realtà che funzionano nel nostro Paese. Paese che ha dimostrato una resilienza molto forte. Per questo dobbiamo esserne orgogliosi”.

Se garanzie e moratorie hanno sostenuto imprese in un momento drammatico persistono ancora altre aree di rischio, come ha sottolineato Pierdicchi. Il riferimento è al cambiamento climatico e ai pericoli cibernetici. “Noto un forte cambiamento di approccio nei confronti degli Esg che stanno diventando da mero principio di apparenza sempre più un elemento concreto e misurabile nella definizione dei modelli di business. Differente il discorso relativo al rischio di credito legato al cambiamento climatico e ai crimini cibernetici: in questo campo – ammette Perrazzelli – siamo più indietro. Paradossalmente, però, è stata proprio l’emergenza pandemica la principale responsabile di un’accresciuta consapevolezza in merito a questi due pericoli”.

Questa consapevolezza, però, deve entrare a far parte del modus operandi dei cda che proprio a causa delle sfide epocali che sono chiamati ad affrontare devono poter contare sulle giuste competenze. “Il recepimento della direttiva relativa al fit and proper rappresenta secondo me un segnale importante assieme alla legge sulle quote di genere. Il combinato disposto di questi due provvedimenti è stata la crescente attenzione sulla composizione dei cda e su temi come l’onorabilità, la diversità di competenze, genere, provenienza geografica ed età. L’insieme di queste norme ha dato una spinta molto forte al rinnovamento dei board.

Del resto la governance ha rappresentato il primo elemento da cui capiamo se una banca è solida o no, ancor prima dei requisiti patrimoniali. È una cartina di tornasole. Finalmente si comprende che queste sono tematiche fondamentali per la crescita economica. Vorrei soffermarmi sulla diversità di genere: il Covid ha colpito di più le donne degli uomini dal punto di vista economico rendendole più povere. Non a caso il PNRR punta sull’equilibrio di genere come uno dei suoi pilastri fondamentali. Abbiamo bisogno, però, ancora di norme che garantiscano il rispetto della diversità di genere perché soffriamo di un retaggio culturale inadeguato ai tempi. Per questo motivo è necessario lavorare sulla cultura aziendale ma anche fare in modo che le donne siano solidali con le altre donne”.

Altro tema centrale è quello dell’innovazione. In questo senso Perrazzelli ha ricordato la nascita del Milano Hub della Banca d’Italia, la struttura che punta a sostenere l’evoluzione digitale del mercato finanziario e a favorire l’attrazione di talenti e investimenti. “L’Hub – spiega – si occupa di un progetto che in un futuro prossimo ha le caratteristiche per diventare un soggetto vigilato o un prodotto commerciale. Capire se ha un senso dal punto di vista di mercato, se è innovativo, se ha bisogno di un accompagnamento regolatorio in un mondo caratterizzato da regole analogiche e non digitali è una bella sfida”. Milano Hub si affianca al Canale Fintech della Banca d’Italia, spazio di dialogo con gli operatori e alla Sandbox Regolamentare, dedicata ad attività di sperimentazione assistita dalle Autorità di vigilanza. Questi tre facilitatori integrati dell’innovazione sono un ulteriore strumento che si aggiunge alla cassetta degli attrezzi delle autorità pubbliche per favorire l’utilizzo delle nuove tecnologie da parte del sistema finanziario.

Infine la vicedirettrice della Banca d’Italia si è soffermato sul ruolo degli indipendenti che “devono muoversi in un’ottica strategica, prepararsi bene e non dare per scontato nulla: le norme sono tante e sono cambiate, quindi il mio consiglio è quello di ‘studiare’ continuamente. Altrettanto importante, però, è saper vivere il proprio ruolo in maniera professionale e informata.”

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