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L’insurance industry in prima linea per contenere il climate change

Come ha spiegato Butch Bacani, leader del UN Environment’s Principles for Sustainable Insurance Initiative (PSI), le compagnie giocheranno un ruolo importantissimo nel centrare gli obiettivi di Cop26

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L’industria assicurativa può svolgere un ruolo centrale sul fronte della decarbonizzazione e del contenimento del climate change. A sostenerlo Butch Bacani, leader del UN Environment’s Principles for Sustainable Insurance Initiative (PSI), intervistato nel corso di un webinar organizzato dal Chapter Zero Italy, presieduto da Sabrina Bruno di Nedcommunity.

Per Bacani,  “incalzato” dalle domande di Raffaele Rizzi, Steering Committee Chapter Zero Italy & Member­ at the UN Environment, quando si parla di sostenibilità i temi centrali sono due: “La stabilità del clima e la tutela della diversità delle specie sul pianeta, soggette ad estinzione. Entrambi sono fondamentali e strettamente legati fra loro. Proprio il climate change rappresenta la principale causa nell’accelerazione della scomparsa delle specie animali. Se si protegge l’ambiente e la sua immensa ricchezza difendiamo l’umanità, ovvero noi stessi”.

In quest’ottica l’industria assicurativa può e deve fare la sua parte perché “in grado concretamente di promuovere lo sviluppo sostenibile contribuendo tra l’altro a ridurre gli shock finanziari legati proprio al climate change”. Non è un caso quindi se otto fra le principali compagnie assicurative al mondo abbiano stretto, sotto l’egida dell’Onu, la Net-Zero Insurance Alliance (NZIA). Queste aziende, AXA, Allianz, Aviva, Generali, Munich Re, SCOR, Swiss Re e Zurich, si sono impegnate in azioni atte ad accelerare la transizione verso economie a emissioni nette zero entro il 2050. 

Il tutto nel rispetto dei quattro Principles for Sustainable Insurance (PSI), introdotti per la prima volta nel lontano 2012 in occasione della conferenza ONU sullo Sviluppo Sostenibile di Rio de Janeiro. “Secondo questi principi – continua Bacani – le compagnie si impegnano in primo luogo a integrare nei processi decisionali gli aspetti ESG rilevanti per la loro attività di assicuratori; ad accrescere nei propri stakeholder la consapevolezza rispetto ai temi ESG con l’obiettivo di gestire i rischi e sviluppare soluzioni; a collaborare con tutti gli stakeholder per promuovere iniziative rivolte ai cittadini su questi temi; a pubblicare un rendiconto dei progressi nell’applicazione dei Principi”.

La speranza è che questa alleanza si allarghi anche perché “non c’è più tempo per aspettare. Il settore privato deve diventare protagonista della transizione ecologica che ha dei costi oggettivi, diversi da paese a paese. Del resto ci troviamo davanti a un bivio: in funzione degli obiettivi di Net Zero dobbiamo sapere ora quali istituzioni bancarie e assicurative decidono di essere parte del problema e quali parte della soluzione. Di certo i consiglieri indipendenti e tutto il board sono chiamati a fare la loro parte”.

Ne è convinta anche Karina Litvack,­ Chair Climate Governance Initiative, socio di Nedcommunty e consigliere indipendente in Eni per la quale “i consiglieri indipendenti hanno una grande occasione che non va sprecata: quella di lavorare nei boad delle proprie aziende facendosi promotori della cultura della sostenibilità con l’obiettivo dichiarato di fare di tutto il possibile perché le compagnie facciano propri i valori della transizione energetica”.

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