La diversity fa breccia nelle banche
Sono molti gli istituti di credito italiani che hanno decisamente intrapreso la strada dell’empowerment femminile anche se molto rimane da fare nelle piccole realtà e sul fronte remunerazione
Getty Imagestetto di cristallo inizia a frantumarsi anche nel mondo del credito e della finanza. Al di là del rispetto delle quote di genere nei cda delle quotate, imposto per legge in Italia, sono molti gli esempi virtuosi di una presenza sempre più numerosa e qualificata di donne nei board di importanti istituti di credito. Qualche mese fa Credem ha dato l’annuncio di aver raggiunto la parità di genere. Il nuovo consiglio di amministrazione, in carica fino all’approvazione del bilancio del 2023, è composto dal presidente Lucio Igino Zanon di Valgiurata, affiancato da Paola Agnese Bongini, Enrico Corradi, Giorgia Fontanesi, Mariaelena Fontanesi, Elisabetta Gualandri, Luigi Maramotti, Alessandro Merli, Ernestina Morstofolini, Edoardo Prezioso, Anna Chiara Svelto e Giovanni Filippo Emilio Viani, per un totale di 6 uomini e 6 donne. Il Gruppo ha poi annunciato il raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2025.
Il colosso Unicredit, guidato oggi da Andrea Orcel dopo la parentesi targata Jean Pierre Mustier, ha inaugurato una stagione caratterizzata da un massiccio innesto di donne, in particolare alla guida dei comitati endoconsiliari. Così si scopre che alla testa del quinto comitato Esg compare il nome di Francesca Tondi, consigliere eletta nella lista presentata da Assogestioni. Maria Pierdicchi, presidente di Nedcommunity, guida il comitato Parti correlate, Elena Carletti il controllo Interno e Jayne-Anne Gadhia il comitato Remunerazione. Quest’ultima, vista la grande esperienza maturata in ambito digitale nel Gruppo Virgin (è stata ad di Virgin Money) è indicata come il braccio destro di Orcel nella definizione delle azioni di recupero del gap accumulato dalla banca proprio in ambito tecnologico.
A un’altra donna, Fiona Melrose, è stato conferito l’incarico di affiancare il ceo sul fronte della strategia generale del Gruppo che punta a insidiare Intesa Sanpaolo il primato come banca nazionale principale. Importante la presenza di donne anche nel nuovo e più snello comitato esecutivo che passa da 27 a 15 top manager,con sei donne.
Come non ricordare infine Elena Patrizia Goitini, la prima ad di donna di una banca italiana, Bnl (anche se controllata dalla francese Bnp Paribas). In Mps il ruolo di presidente è invece ricoperto da Patrizia Grieco, e in Bper da Flavia Mazzarella. La past president di Nedcommunity, Rosalba Casiraghi, invece, presiede Illimity, l’istituto di credito fondato da Corrado Passera.
Secondo Paola Schwizer, presidente onorario di Nedcommunity ed ex consigliere di amministrazione di Credem “la strada non è solo tracciata, ma ben consolidata. La rilevazione del gender pay gap sta diventando per tutte le banche un obbligo normativo, grazie alla nuova direttiva CRD V, che impone politiche di remunerazione ‘gender neutral’. Non credo tuttavia che questo fosse un passo necessario. Le prime consigliere donne entrate nei board bancari hanno spinto in modo molto deciso per una rilevazione e per il superamento dei gap di genere, anche sul piano salariale, e hanno preteso politiche chiare in tema di promozione delle donne in ruoli manageriali e non solo. In Credem avevamo costituito un Comitato Femminile per portare avanti simili iniziative già nel 2014. Alla prima riunione, tra membri degli organi aziendali e manager, eravamo in 11. Di fatto vi erano più donne in consiglio che ai vertici della struttura. Le numerose iniziative che abbiamo promosso hanno quasi ribaltato la situazione e hanno consentito di ascoltare meglio le esigenze specifiche delle donne lavoratrici e di creare le condizioni migliori perché potessero esprimere le proprie capacità e sviluppare un adeguato percorso professionale. Le aziende eccellenti hanno colto il vantaggio di avere più talenti a disposizione, e hanno saputo valorizzarli”.