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La posizione NED sul ruolo centrale del CdA nelle Pmi
Il ruolo centrale del cda nelle Pmi è stato messo in evidenza in un’intervista pubblicata sulla newsletter Rapporti&Società di Radiocor/Il Sole 24 Ore.
Nell’articolo (“Nelle Pmi è tempo di aprire la stanza dei bottoni“, pag. 6) il presidente di Nedcommunity, Paola Schwizer, sottolinea i passi avanti compiuti sul fronte della qualità della comunicazione nei cda italiani. ” L’essere informati sulle materie all’ordine del giorno è un obbligo di cui gli amministratori sono ormai consapevoli. Di conseguenza, pretendono informazione di qualità e in quantità sempre superiore “. Schwizer ribadisce, inoltre, il ruolo sempre più centrale dei consiglieri indipendenti nel buon funzionamento di un consiglio che non può avere un semplice ruolo di ratifica. “Gli indipendenti – si legge – devono contribuire con una visione obiettiva, basata su solide professionalità, a sfidare il management anche e soprattutto su tematiche strategiche. Gli amministratori di minoranza tutelano gli interessi degli investitori e del mercato. Ma, in ultima istanza, ciascun amministratore deve presidiare le condizioni di sopravvivenza dell’impresa nel lungo periodo “.
Quindi si affronta il nodo dei board nelle Pmi dove “parlare di governance con azionisti-imprenditori è sempre difficile“. In particolare, dice Schwizer, ” faticano a capire il ruolo degli indipendenti: li pagano, quindi, devono ‘lavorare per loro’. Altrimenti a cosa servono? È un approccio culturale che stiamo cercando di superare. In Nedcommuity – ricorda – abbiamo creato un think tank sul tema, coordinato da Enrico Maria Bignami, che ha steso delle linee guida per rappresentare un percorso di progressivo, e indolore, sviluppo della buona governance anche in tali contesti “.
La meritocrazia all’interno dei board
Un altro tema ormai sotto i riflettori non solo della stampa generalista ma anche di quella di approfondimento politico/economico è quello della meritocrazia all’interno dei board, sui quali Nedcommunity è impegnata fin dai tempi della sua fondazione. In quest’ottica si inserisce l’articolo pubblicato lunedì 3 ottobre dalla rivista politica “Le Formiche” (“La governance che fa la differenza“, pag. 4).
Il contributo, a firma del presidente Schwizer , pone l’accento in primo luogo sul cambiamento storico che i board hanno registrato in questi ultimi tempi. L’epoca dei cda a porte chiuse è ormai tramontata e come scrive il presidente ” il faro è acceso sulla qualità “. Inutile nascondersi il fatto che ” l’efficacia del consiglio può essere ricondotta alla qualità professionale dei singoli componenti, al loro impegno nel ruolo (rappresentabile, ad esempio, dal numero di riunioni svolte e dalla percentuale di presenza dei singoli) “. Fondamentale sarebbe attuare un giusto turnover che tenga conto dei risultati conseguiti. ” Eppure gli strumenti di valutazione ci sono. Prendiamo, ad esempio, il processo di selezione dei nuovi amministratori. Una recente ricerca condotta dal Forum della Meritocrazia, in collaborazione con Deloitte, Doxa duepuntozero e Nedcommunity, rileva che quattro società su dieci hanno definito un processo formale di selezione dei consiglieri “.
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