Trend delle remunerazioni degli amministratori
Il Board Index Spencer Stuart, ormai giunto alla ventesima edizione, è l’Osservatorio che analizza le caratteristiche ed il funzionamento dei Consigli di Amministrazione delle prime 100 società italiane in ordine di capitalizzazione. Esso fra l’altro
Il Board Index Spencer Stuart, ormai giunto alla ventesima edizione, è l’Osservatorio che analizza le caratteristiche ed il funzionamento dei Consigli di Amministrazione delle prime 100 società italiane in ordine di capitalizzazione. Esso fra l’altro esamina l’andamento delle remunerazioni dei Consiglieri, esecutivi e non, inclusi gli indipendenti.
In questo breve articolo vengono presentati in anteprima alcuni dati ed informazioni tratti dal Board Index 2015 ad esse riferiti.
Le posizioni di vertice
Per le posizioni di vertice, ed in particolare Presidente Esecutivo e Amministratore Delegato, non sono state registrate sostanziali variazioni delle remunerazioni complessive rispetto ai valori dello scorso anno. Anche il pay-mix, cioè la composizione del pacchetto retributivo nelle sue componenti tipiche (fisso, variabile a breve, piani di incentivazione a medio-lungo termine) non appare sensibilmente diverso. Il peso del compenso fisso continua ad essere elevato (ben oltre il 50%). Ciò è positivo, perché non incentiva l’assunzione di rischi eccessivi ma, ad avviso di chi scrive, non determina quello stretto collegamento che dovrebbe esistere fra la performance dell’azienda ed il compenso di chi la guida.
Intervenire sulle politiche retributive, limitando il peso del compenso variabile o rendendolo praticamente non percepibile, depotenzia l’efficacia degli strumenti di incentivazione. A nostro avviso, un Comitato per le Remunerazioni efficace ha le leve ed i poteri per assicurare che i sistemi incentivanti determinino le condizioni per l’ottenimento di risultati positivi nel breve e nel lungo termine ed evitare le degenerazioni alle quali abbiamo assistito, inclusa la corresponsione di bonus di fronte a gestioni aziendali negative, anche sotto il profilo economico.
Le banche
Nelle banche, la nuova regolamentazione, derivante dalle direttive europee, sta dispiegando i suoi effetti, nonostante abbia determinato un forte appesantimento dei vincoli e delle modalità di corresponsione degli incentivi in taluni casi eccessivo. Il riferimento è in particolare alle banche di medie dimensioni che si trovano di fatto costrette ad usare (in taluni casi ad emettere) strumenti finanziari anche per pagare incentivi di ammontare molto limitato.
Un’annotazione interessante riguarda i compensi dei Presidenti non Esecutivi dei settori bancario e assicurativo che continuano ad essere pari in media al doppio di quelli di tutti gli altri settori, nonostante gli interventi effettuati dal regolatore e dagli istituti bancari in diversi casi.
La remunerazione dei Consiglieri indipendenti
Un tema a parte sono i livelli di remunerazione dei Consiglieri indipendenti.
Abbiamo registrato una leggera tendenza al rialzo del numero dei Consiglieri Indipendenti (28%) che percepiscono un emolumento superiore a €100.000. Rimane confermato però che un terzo degli indipendenti sono remunerati con importi inferiori a € 50.000, emolumento che a nostro avviso non è commisurato all’impegno richiesto in termini di preparazione e partecipazione alle riunioni, che aumentano nel numero e nella durata, né tanto meno al livello di crescente responsabilità.
Il grafico che segue mostra come i compensi medi dei consiglieri non Indipendenti siano abbastanza stabili fra i settori e maggiori di quelli degli Indipendenti in tutti i settori tranne quello bancario.
Il compenso medio dei consiglieri indipendenti varia invece in modo più accentuato da settore a settore; i settori con i compensi più alti per gli indipendenti sono quello bancario, assicurativo e dell’energia. Il confronto internazionale Al fine di fornire indicazioni di confronto, di seguito è sintetizzata un’analisi (Board Index 2015 Spencer Stuart – Confronto tra i compensi medi dei Consiglieri indipendenti e non, suddivisi per Paese) che raccoglie alcuni dati sui compensi dei consiglieri non esecutivi dei principali paesi europei e degli Stati Uniti. L’Italia si colloca in basso nella “classifica” degli emolumenti per la carica ma appare allineata con riferimento al compenso per la partecipazione ai comitati.
Fonte: Board Index 2015 Spencer Stuart dei diversi paesi.
Ad avviso di chi scrive c’è quindi spazio per un ri-allineamento verso l’alto dell’emolumento dei consiglieri indipendenti delle società italiane, per riflettere le maggiori responsabilità loro affidate e l’impegno crescente da loro profuso. Far parte come indipendente di un Consiglio di Amministrazione di una piccola/media società quotata non riduce la responsabilità, ma paradossalmente la può aumentare in relazione, ad esempio, alla diversa efficacia del sistema di controllo interno.
E per gli Amministratori esecutivi delle Aziende pubbliche?
Una riflessione finale riteniamo sia da riservare al tema del contenimento dei compensi degli Amministratori esecutivi di aziende pubbliche.
E’ necessario ed opportuno che chi lavora per un interesse pubblico, ed è pagato dalla collettività, percepisca compensi “contenuti”. Ed abbiamo registrato l’interesse di molti executive a lavorare per contribuire al miglioramento del Paese, come “civil servant”.
Lo stato di alcune aziende pubbliche necessita di avere al comando manager con grandi esperienza e competenza e, per attrarli, occorre offrire, oltre a grandi sfide e responsabilità, anche compensi adeguati, seppure inferiori a quelli di mercato. L’imposizione di un limite, come quello in vigore, ai compensi dei manager non favorisce il loro interesse verso incarichi in aziende pubbliche. Mentre invece c’è un forte bisogno di professionalità e managerialità per gestire situazioni molto complesse. Perché non prevedere forme di incentivazione legate a risultati concreti e misurabili?
© RIPRODUZIONE RISERVATA